E Nature si corregge: ci siamo sbagliati
Scusateci. Abbiamo sbagliato. Vi abbiamo fatto credere che Mauro Ferrari, (il presidente del futuro comitato che dovrebbe valutare Stamina) avesse detto una cosa, invece ne ha detto un’altra.
Così Allison Abbot, giornalista di Nature.
Ricordate? Il professore di Houston va alle Iene, si esprime con quel suo modo educato (rarità di questi tempi e su questa questione) dice cose come “l’Italia ha l’opportunità di acquisire una posizione guida nel trasferire le terapie sperimentali nella pratica clinica”, oppure “siamo di fronte al primo caso giudiziario importante riguardante le cellule staminali” e subito lo mettono in croce. Colpevole – a sentire i farmacologi del Mario Negri e gli scienziati italiani – di pensare che da Stamina possa uscire qualcosa di buono.
Ma Ferrari – che invece ha sempre insistito sull’importanza di sospendere i pre-giudizi – non alludeva a Stamina, parlava in generale della situazione che si è creata attorno a un caso di medicina rigenerativa, il primo in Italia, perchè mai prima di Stamina, si era dibattuto in modo così acceso di cellule staminali.
Il fatto ( assurdo ) è che insieme alla richiesta di rinunciare alla candidatura di Ferrari avanzata dagli scienziati e presentata al ministro, il 30 gennaio è uscito l’articolo della Abbot su Nature che pareva rispecchiare l’indignazione di Garattini o della Cattaneo. La rivista scientifica ha amplificato le opinioni di chi gridava al pericolo deregulation e alla non opportunità di esaminare Stamina creando quel misunderstanding che infiacchisce i lettori, “se lo dice Nature che è l’autorevole rivista scientifica…”
Eh no. Anche Nature, se troppo tirata per la giacchetta, prende le sue cantonate. Ma per fortuna, per rispetto dei lettori o per timore di querele, chiede scusa e si corregge.
Così nel nuovo articolo di Nature del 7 febbraio Alison Abbot precisa che le dichiarazioni di Ferrari riferite all’Italia, “che potrebbe acquisire una posizione di guida nel trasferire le terapie sperimentali nella pratica clinica, non si riferivano esplicitamente al metodo Stamina come a ciò che offrisse tale opportunità”. E che l’espressione “il primo caso di medicina rigenerativa” allude “al clamore giudiziario”.
Piccola riflessione. Non è certo per l’inverosimile editoriale di Nature se abbiamo perso Mauro Ferrari e con lui la possibilità di sapere se Stamina (malpartita finchè si che vuole, con permessi pasticciati finchè si vuole) funziona o no.
Ci siamo giocati la verifica scientifica perchè fra chi ci rappresenta non c’è nessuno che ragiona come Mauro Ferrari.