Ho ascoltato l’audizione che si è svolta ieri in Senato per chiarire la vicenda Stamina e mi è rimasta addosso una profonda tristezza. 

Hanno parlato i rappresentanti del comitato etico degli Spedali di Brescia. Si voleva capire perchè la terapia Stamina è entrata in un ospedale pubblico. Si dovevano raccogliere i fatti.

Durante l’audizione i senatori sono intervenuti a turno a fare domande e a ricordare che la loro  indagine non è un processo.

Il presidente del comitato etico Francesco De Ferrari ha precisato, più di una volta, che il comitato etico ha approvato Stamina dopo la famosa mail del dirigente Aifa, Carlo Tomino (eccola qui). “Il dirigente Aifa ha scritto ‘non si ravvedono ragioni ostative’. Poi ha posto l’accento sul trattamento non ripetitivo e ha richiesto ulteriori documenti”.

Precisa De Ferrari: “A quel punto, benché nei mesi precedenti avessimo bocciato anche noi Stamina in accordo con Aifa (chiedemmo la lavorazione nei laboratori Gmp), approvammo, ma solo dopo il sì di Aifa”.

È quello che andiamo dicendo anche noi da mesi, ed è la famosa carta che ha permesso ai malati di ottenere le sentenze favorevoli dei giudici.

 De Ferrari ha raccontato che si sono discussi i primi 12 casi, “in applicazione della legge Turco Fazio sulle cure compassionevoli (che ammette le terapie non sperimentate), che le prescrizioni sono state fatte dai medici interni all’ospedale, il neurologo Ruggero Capra e la neuropsichiatra Alessandra Tiberti, e che tutti i primi pazienti sono stati seguiti da loro. Poi, dopo il blocco Aifa e le sentenze dei giudici, le prescrizioni venivano fatte da altri medici”.

Tocca ora a Carmen Terraroli, responsabile della segreteria scientifica del comitato rispondere alle domande, è lei che spiega ai senatori che “Pub Med pullula di lavori scientifici sulle staminali mesenchimali iniettate in via intratecale, impiegate nelle malattie degenerative e neurologiche”. Ed è sempre lei che risponde “che su Stamina i lavori non ci sono ma occorre tener presente che Stamina non è una terapia sperimentale, i casi sono stati approvati con la responsabilità del medico prescrittore”.

Terraroli ha ricordato che in letteratura non compaiono effetti collaterali e che questi non sono apparsi neppure sui primi 12 pazienti trattati.

Per amor di chiarezza mostriamo ai lettori uno stralcio delle spiegazioni che la cell factory di Monza presenta sul suo sito:

Al di fuori delle sperimentazioni cliniche, l’utilizzo di cellule staminali è consentito solo per ammalati affetti da malattie particolarmente gravi e privi di altre possibilità terapeutiche e solo a seguito della richiesta di un medico proscrittore, sulla scorta, di documentata esperienza scientifica: questo trattamento deve essere autorizzato dal Comitato Etico dell’Ospedale che si propone di trattare il paziente.

Perché vi parlo di Monza? Perché il piccolo Daniele, malato di Niemann Pick, ottenne il permesso dal presidente della Repubblica Napolitano di sottoporsi in via compassionevole alle cellule staminali di Monza, benché non esistano studi scientifici che colleghino queste cellule alla Niemann Pick.

Quindi fino a questo punto, il racconto dei rappresentanti del comitato etico non fa una grinza: è stato esposto l’accaduto in successione cronologica. Sono partiti con l’ok di Aifa e con una legge dello Stato del 2006 che prevede che, anche in assenza di sperimentazione, la terapia genica è ammessa.

Incalzare di domande: “Avete avuto la sensazione che si volesse cercare in tutti i modi nelle pieghe della legge il modo per far entrare Stamina in ospedale?”

Il presidente: “Ho già risposto. Avevamo detto no quando Aifa aveva detto no. Abbiamo detto quando Aifa ha detto ”.

Domanda scomoda: “L’azienda ospedaliera ha fatto pressioni su di voi? Domanda stoppata dalla moderatrice, la senatrice Emilia De Biasi “questa è un’indagine conoscitiva, non un’inquisizione”.

Domanda sensata del senatore Maurizio Romani: “Dal settembre 2011 (quando avete iniziato Stamina a Brescia) al marzo 2012, data dell’ispezione dei Nas, l’Aifa vi ha fatto qualche comunicazione?

Il presidente: “Nessuna”.

Domanda sui pazienti: “Quali malattie avevano i pazienti, che effetti collaterali hanno avuto?”

Terraroli (di segreteria scientifica): “Varie malattie degenerative, Sma, Sla, Parkinson, atrofia multi sistemica, 4 bimbi e 8 adulti. Sono sempre stati seguiti dai medici prescrittori dell’ospedale, controllati, prima e dopo le infusioni, non hanno avuto effetti collaterali”.

Domanda campata per aria: “Se non ci sono stati miglioramenti significativi perché avete fatto continuare le infusioni?”

(Tra qualche giorno sarà online l’audizione)

Il presidente: “Questa domanda non va fatta a noi”.

Domanda di Elena Cattaneo: “Lei ritiene che il presunto metodo Stamina fosse autorizzato da qualcuno?” (quando ascolterete l’audizione vi stupirete anche voi: Cattaneo parla per ultima senza aver ascoltato chi ha avuto la parola prima di lei. De Ferrari risponde citando per l’ennesima volta la mail di Tomino).

Cattaneo aggiunge: “A fronte di un’autorizzazione che non mi sembra sia stata data, il compito di un comitato etico è quello di entrare nelle maglie tecnico-scientifiche…”.

Per Elena Cattaneo, il comitato etico avrebbe dovuto bocciare Stamina, a dispetto e contro Aifa.

Elena Cattaneo nega che Aifa abbia detto sì. Per la serie: la realtà non mi piace, la rifiuto.

 Eppure nessuno al mondo può cambiare i fatti, l’accaduto è compiuto, definito da un inizio e da una fine. Stop. Ogni tanto ci fa bene scoprire che non siamo onnipotenti.

 Cattaneo si sgancia dai fatti anche quando sciorina gli effetti collaterali delle terapie con cellule mesenchimali pescandoli dalla letteratura scientifica (gravi tumori o encefalopatie) ma non fa nessuna considerazioni sui pazienti Stamina, in carne ed ossa, nessun cenno alla loro esperienza o agli specialisti che li hanno seguiti. Ora è da mettere alla sbarra il comitato etico, qualsiasi teoria è buona.

 Senatori, nessuno si indigna?

Cattaneo prosegue: “Tra i requisiti di una terapia compassionevole c’è anche l’urgenza. Questi pazienti erano in pericolo di vita e quanto lo erano?”

A questo punto ho spento il collegamento, come si fa davanti a una trasmissione volgare.

Ho pensato alle mamme di Celeste, di Sofia, di Daniele e a tutti gli altri. Ho pensato ai malati che mi scrivono, dalle loro carrozzelle, con i loro respiratori, muovendo soltanto gli occhi.

 Almeno fosse stato un processo vero, ci sarebbe stato un giudice, e fatti e dignità avrebbero avuto un peso sulla bilancia.

 Che tristezza…

 

IMPORTANTE POST SCRIPTUM

Aggiungo due documenti importanti presentati dal comitato etico il giorno dell’interrogatorio in Senato. E che, durante il dibattito, non sono stati presi in considerazione.

Il primo è una mail del 17 maggio 2012 che l’ex direttore degli Spedali Civili di Brescia, Cornelio Coppini, inviò alla “commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficienza del servizio sanitario nazionale”. Ovvero due giorni dopo il blocco delle terapie fatto da Aifa.

Coppini spiega che la terapia prevede la somministrazione di cellule staminali in casi selezionati ( in base alla mancata efficacia delle terapie convenzionali). Ricorda che “preliminarmente l’azienda svolse un percorso istruttorio attraverso opportune verifiche e trasmissione di documenti agli organi di competenza al fine di garantire la correttezza”

Aggiunge che tutta la documentazione è stata vagliata dal comitato etico che ha valutato tutti i 12 casi prima di approvarli. E che tutte le attività sono state svolte nel rispetto della normativa.

Il secondo è una mail del 27 giugno 2012 che il direttore dell’ospedale ha inviato a Massimo Casciello direttore della ricerca biomedica del ministero, si riporta che stati trattati 12 pazienti che “dai controlli fatti dagli specialisti neurologi non hanno avuto nessun effetto collaterale ma registrato miglioramenti obiettivi COME DOCUMENTATO NEL FASCICOLO SANITARIO”

Tag: , , , , , ,