Quando il tumore ritorna, 180 scienziati ri-progettano le terapie
Il resveratrolo per cambiare il comportamento dei geni malati, la curcumina per frenare l’angiogenesi (la creazione di nuovi vasi sanguigni). Le vitamine D e B, il selenio, le catechine del tè verde (EGCG) e il betacarotene per proteggere il Dna. E ancora: estratti di cardo mariano, melatonina, acido linoleico per indurre apoptosi cellulare (il naturale ricambio delle cellule) e impedire le metastasi.
Sono sono alcune delle “molecole naturali” che, secondo un pool di 180 studiosi di 22 Paesi, potrebbero incidere in maniera decisiva nelle terapie del cancro. Non una per volta, ma diverse, impiegate in sinergia. Per poter agire contemporaneamente su almeno 74 obiettivi, quelli che ostacolano la guarigione; che portano a resistenza ai farmaci; che si rivelano inermi di fronte alle mutazioni delle cellule maligne.
A promuovere il lavoro – che qui trovate per intero – l’ organizzazione non governativa internazionale, con sede in Canada, Getting to Know Cancer, formata da 180 scienziati rappresentanti di diverse istituzioni internazionali, ciascuna competente per un settore. Ci sono anche due gruppi italiani, l’istituto di Scienze dell’alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa- Cnr) di Avellino e l’Istituto di farmacologia translazionale (Ift-Cnr) di Roma.
L’intento.
“Ci siamo interrogati sulle caratteristiche che provocano le recidive del cancro – ha spiegato Carmela Spagnuolo del Cnr di Avellino – dal venire meno dell’apoptosi alla formazione di nuovi vasi sanguigni, dalla senescenza cellulare all’eterogenità genetica. Ci siamo suddivisi in 11 gruppi di lavoro. Ognuno ha portato un contributo. L’obbiettivo è agire su più fronti contemporaneamente. Il male riprende perchè non tutti i meccanismi di “freno” funzionano correttamente”.
La riflessione critica.
“Nonostante i successi delle nuove terapie contro il cancro, una percentuale di pazienti va incontro a recidiva quando sottopopolazioni di cellule maligne resistenti ai farmaci cominciano a espandersi – ha aggiunto Gian Luigi Russo dell’Istituto di Avellino – Per superare questi ostacoli si combinano diverse terapie che però portano a tossicità (e il più delle volte occorre interromperle)”.
Gli anticancro di nuova generazione sono assai costosi ma anche molto tossici. I ricercatori riflettono: “Le meta analisi di studi clinici che confrontano i farmaci contro il cancro recentemente approvati (tra questi i target) contro i vecchi farmaci, hanno mostrato un aumento dei tassi di tossicità, interruzione di trattamento e morti da intossicazione. Questo peggioramento degli effetti avversi ė spesso non riconosciuto. Alcune terapie mirate prolungano la vita di 4 mesi e costano parecchio”.
Gli studiosi hanno spiegato che “un criterio di lavoro è stato quello di ricercare fra la letteratura medica le molecole anticancro con bassa tossicità e basso costo”. Hanno poi precisato che il loro lavoro “è ancora un progetto. Occorre trovare il mix giusto di sostanze, scoprire quali potrebbero essere le interazioni negative (alcune si conoscono già) e soprattutto come potenziarne la biodisponibilità (la capacità di assimilazione da parte di un organismo malato).
Il ventaglio delle sostanze anticancro è sicuramente ampio. Molte provengono da piante e alimenti (i flavonoidi presenti in molti frutti e piante, come quercetina, genisteina, molti antociani, alcune vitamine, sali minerali).
Dallo studio apprendiamo che “queste molecole ripristinano i soppressori tumorali” e che “molte caratteristiche dei tumori si possono modificare”. Si sa che un’alimentazione povera di proteine animali è protettiva nei confronti dei tumori al colon e di quelli alla mammella; che l’attività fisica regolare ha effetti sui tumori ormonodipendenti e che la meditazione influisce positivamente sul sistema immunitario.
I vaccini.
Fra le strategie che i tumori impiegano per proliferare vi è “l’evasione del sistema immunitario”. Alcune cellule tumorali esprimono antigeni (sequenze di Dna) in grado di evocare una risposta immunitaria. Con il tempo le cellule maligne diventano capaci di mascherare gli antigeni che le rendono riconoscibili al sistema immunitario. Emanuela Signori, dell’istituto di Farmacologia Traslazionale (Ift-Cnr) di Roma, ha presentato i vaccini genetici anti tumorali che impegnano il suo laboratorio da diversi anni. “Abbiamo provato a clonare sequenze di antigeni all’interno di un vettore plasmidico (Dna in soluzione salina) e a iniettare il vaccino per via intramuscolare, per sollecitare la risposta immunitaria, ottenendo promettenti risultati. “Gli antigeni si ricavano da linee cellulari tumorali ma, spiega Signori, si possono anche selezionare dalle cellule del paziente”. La presenza di antigeni tumorali è dimostrabile, unico limite: non tutti sono immunogeni.
Aggiunge la ricercatrice che “la vaccinazione a Dna, rispetto ai vaccini tradizionali, ė priva di agenti patogeni e suscita una risposta immunitaria innata e adattattiva. Oltrettutto, la preparazione è molto semplice e affatto costosa”. Il limite di questa tecnologia risiede nell’evocazione di una blanda risposta immunitaria. Signori, autore di diversi articoli tra cui un lavoro finito sulle pagine della rivista Human Gene Therapy (fra le più autorevoli di terapia genica), si dedica da anni alla ricerca di nuove strategie che cercano di aumentare la risposta immunitaria di questi nuovi vaccini, dicendosi ottimista per la loro applicazione in futuro.
La medicina integrata.
Non solo molecole naturali e vaccini a Dna, i 180 scienziati hanno analizzato anche il microambiente tumorale, i fattori metabolici e discusso di infiammazione.
In sintesi: la medicina personalizzata finora ha individuato le mutazioni specifiche del tumore ma una vera terapia “su misura” include l’analisi dei fattori genetici, degli stili di vita, dell’alimentazione, come si affrontano stress ed esercizio fisico, il livello di infiammazione e lo stato del sistema immunitario. La medicina integrata cerca di unire le terapie complementari e alternative accanto alle ortodosse.
Gli studiosi concludono augurandosi di vedere presto “energia profusa in questo nuovo paradigma e di assistere a significativi benefici terapeutici in futuro”.
Ce lo auguriamo anche noi.