Vaccini sicuri ai militari. E ai bambini?
Si terrà domani, in Parlamento, la seduta conclusiva della IV Commissione d’inchiesta sull’Uranio impoverito che – nel corso di decenni – ha analizzato anche gli effetti delle vaccinazioni multiple sui militari italiani.
Domani verrà divulgata l’ultima tranche di un lavoro iniziato nel 2004 con il progetto Signum, acronimo di Studio di Impatto Genotossico nelle Unità Militari.
Ce ne occupiamo per due motivi: su giornali e tivù se n’è parlato decisamente poco; ciò che è emerso, invece, è fondamentale per capire l’impatto delle vaccinazioni multiple praticate senza un’opportuna anamnesi clinica.
L’antefatto.
Migliaia di militari colpiti da malattie invalidanti dopo le missioni all’estero negli ultimi decenni hanno indotto il Ministero della Difesa a istituire una prima Commissione d’inchiesta. Cliccate qui per saperne di più.
Si è creduto, per anni, che la causa del numero impressionante di linfomi, tumori e malattie del sistema immunitario che colpivano i nostri soldati fosse l’uranio impoverito presente sotto forma di micropolveri inalate nei territori di guerra.
Nel 2004 inizia lo studio Signum: coinvolge 982 militari. Si osservano lo stile di vita, la dieta, il fumo e le vaccinazioni. Il lavoro è condotto da un comitato scientifico di 14 esperti delle università di Pisa, Genova e Roma. Sorprendenti le conclusioni, nel 2010: nei soldati monitorati la quantità di uranio impoverito presente nel sangue e nelle urine non risultava aumentata al termine della missione, ma diminuita. Erano invece aumentati i livelli di cadmio e nichel, notoriamente cancerogeni, ed era cresciuto il danno ossidativo sul Dna dei linfociti, cioè delle cellule del sistema immunitario, in particolare tra i soggetti che svolgevano intensa attività all’esterno ed avevano subito 5 o più vaccinazioni.
La Commissione conclude ribandendo alcuni principi di precauzione: “Valutare lo stato di salute prevaccinale con esami opportuni”; “escludere dalla profilassi i soggetti già immunizzati nell’infanzia”; “utilizzare vaccini monocomponenti” (“che ridurrebbero significativamente i rischi della profilassi vaccinale”); “non vaccinare in prossimità di una missione all’estero per evitare che l”’immunosoppressione provocata dalla vaccinazione esponga al rischio di contrarre malattie”.
Già l’antefatto basterebbe. Ci si chiede ancora una volta come mai in luglio si stata approvata la legge 119 che prevede per i lattanti 10 vaccini obbligatori, da inoculare in pochi mesi, senza le misure di precauzione previste per i militari (anche la pubblicazione della relazione della Commissione d’inchiesta è del luglio 2017) e, soprattutto, senza che vi sia traccia di uno studio in doppio cieco come promesso dalla Federazione dei medici Fnomceo. Qui.
Lo studio incompleto.
Ma andiamo oltre. Lo studio Signum non è ancora del tutto concluso, come spiega Ivan Catalano, uno dei 20 parlamentari della Commissione d’inchiesta: “L’Istituto superiore di Sanità è stato incaricato di elaborato le indagini statistiche con l’intento di individuare eventuali malattie sviluppate negli anni. Questa parte dello studio è ancora in fieri”.
La censura.
Ivan Catalano, nell’ambito dei lavori della Commissione, ha raccolto varie testimonianze di militari vaccinati durante le missioni. La profilassi militare stabilita da un decreto del Ministero della Difesa (31 marzo 2003) prevede le seguenti vaccinazioni: anti meningococco, anti morbillo, anti parotite, anti rosolia, anti tetano, anti difterite, anti poliomielite, anti varicella, anti influenza, anti epatite B ed A, anti tbc, anti febbre gialla, anti tifo, anti colera, anti malaria, anti rabbia, anti encefalite giapponese, e una non meglio specificata vaccinazione contro “agenti microbici critici”.
Catalano si era prefisso di indagare la composizione dei vaccini. “Ho chiesto ad Aifa i dossier messi a punto dalle case produttrici e li ho avuti dopo un anno (anche Aifa ha dovuto richiederli per la Commissione d’indagine). Ho esaminato le autorizzazioni in commercio, vaccino per vaccino. Le autorizzazioni comprendono per ciascun medicinale anche gli adiuvanti, gli eccipienti e gli eventuali contaminanti da lavorazione. Ho stilato una tabella con i quantitativi di adiuvanti che un militare riceve con tutte le vaccinazioni (ben oltre i limiti fissati per ogni singola vaccinazione) e l’ho pubblicata nel fascicolo che ho presentato al presidente della Commissione, Gian Piero Scanu. Con sorpresa ho appreso che Scanu non inserirà questa tabella nella relazione finale di domani”. Per Catalano il presidente Scanu avrebbe censurato il pezzo forte della relazione. “Un lavoro può essere accolto o respinto dai membri della Commissione ma non censurato a priori – denuncia il parlamentare – Oltretutto si tratta di una relazione tecnica da cui partire per ulteriori approfondimenti, non è una conclusione, né un invito a boicottare le case farmaceutiche. Ogni profilassi va scelta con responsabilità, se uno Stato obbliga si assume anche l’onere delle conseguenze”.
Il presidente della Commissione Gian Piero Scanu smentisce ogni tentativo di censura: “Ho redatto una sintesi mettendo insieme gli apporti di tutti ma ciascun membro è libero di intervenire durante la presentazione della relazione”.
Domani, mercoledì 7, si saprà se verrà posta attenzione sulle quantità degli adiuvanti.
Vi terremo aggiornati.
Qui trovate lo studio Signum.
Qui trovate la relazione finale della IV Commissione d’inchiesta.