La brutta bellezza che salverà Reggio

La morte del re dei videpoker Gioacchino Campolo, una figura paradigmatica della cosiddetta zona grigia della ‘ndrangheta, non può lasciarmi indifferente. Come ho scritto su Prodotto interno sporco, «la sua sala giochi a Reggio Clabria, l’Orchidea rossa tra la via Marina e il Cordon Bleu, per anni è stato il mio rifugio quando ero ragazzo. Che i suoi videopoker fossero truccati era un segreto di Pulcinella. Erano illegali, e lo sapevano tutti, anche gli sbirri che ogni tanto vedevo giocarsi lo stipendio». Ho anche letto la lettera della figlia Adriana, e comprendo ma non giustifico il suo sfogo. Nei giorni […]

  

Il volto feroce della ‘ndrangheta (che dà fastidio ai boss)

Ho appena finito di leggere I killer della ‘ndrangheta di Klaus Davi e ho avuto i brividi. Mi sono ricordato di quando, da ragazzo, seguivamo le ambulanze in motorino a cercare il prossimo morto ammazzato. Me ne ricordo una dozzina,  quattro o cinque me li ricordo in modo vivido, particolare. Quello al Bar Malavenda a Piazza de Nava, per esempio. Io me la ricordo così. È il 22 aprile del 1988. Una serata come tante. Il tempo è clemente, almeno quello, in una città senza più la grazia di dio. E come ogni sera la piazza si sta riempiendo di […]

  

Quel che resta della verità

Parafrasando Oscar Wilde, la verità non è una e non è semplice. Che cosa sta succedendo in Calabria? Tutto e niente, come al solito. Mentre la Regione Calabria è impegnata a cancellare i vitalizi vergogna da un giorno (tenendosi stretti quelli che costano 600mila euro al mese e che spesso finiscono a politici nei guai con la giustizia), gli strascichi del Palamaragate arrivano in riva allo Stretto e travolgono tutto. Proprio mentre la politica calabrese, di destra e di sinistra, viene bersagliata da scandali e inchieste. E la ‘ndrangheta, come dico spesso, se la ride. Facciamo un po’ di chiarezza. […]

  

Boss sanguinario o semplice cittadino: Cosimo Commisso, chi era costui?

Lo avevamo già scritto, ci sono sentenze sulla ‘ndrangheta che si smentiscono l’una con l’altra. Oggi la Cassazione ha scarcerato Cosimo Commisso, presunto boss della ‘ndrangheta di Siderno, assolto dall’accusa di essere il capo del clan mafioso. Dopo 26 anni di carcere. Ripeto, 26 anni. La motivazione? «Non aver commesso il fatto». E come si è capito, dopo 26 anni, che l’uomo accusato di essere il boss “dei due mondi” non era un capomafia? Perché la sentenza definitiva del processo scaturito dall’inchiesta Crimine avrebbe riscritto l’organigramma delle cosche. E si è scoperto che gli omicidi addebitati a Cosimo Commisso non sarebbero […]

  

Perché le mafie si sconfiggono anche leggendo un libro

In Calabria torna come ogni anno l’appuntamento con Trame, il Festival di Lametia Terme dedicato ai libri sulle mafie. Siamo all’edizione numero 9,  stavolta si comincia il 19 giugno e si finisce il 23 giugno. Negli anni scorsi sul palco si sono esibiti tutti i big dell’antimafia di casa nostra, giudici e politici, giornalisti e scrittori, esponenti della società civile.Quest’anno c’è una novità: sul sito del Festival si può contribuire suggerendo #IdeePerTrame, proponendo un ospite o segnalando un libro, un film o uno spettacolo teatrale e, perché no, anche questo sito – dato che il libro da cui prende il […]

  

Un fucile può riscrivere la storia dei rapporti mafia-ndrangheta

Mafia, ’ndrangheta, trattative con lo Stato e servizi segreti. Tutto ruota e si salda attorno all’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, il sostituto procuratore generale in Cassazione che il 9 agosto 1991 era la pubblica accusa nell’ambito del primo maxi processo contro Cosa Nostra. Il magistrato venne ucciso nella sua auto alla periferia di campo Calabro, il suo paese, da due colpi d’arma da fuoco. Fu l’ennesimo delitto eccellente della guerra di ’ndrangheta che aveva insanguinato Reggio Calabria dal 1986 con una media di 100 morti all’anno. La sua morte, voluta dalla mafia ed eseguita dalla ’ndangheta sancì la pax mafiosa […]

  

La sbandata dell’unico pentito di ‘ndrangheta

Il superpentito di ‘ndrangheta Saverio Morabito sarebbe finito in cella dopo aver rifiutato il programma di protezione e aver cambiato volto e nome. La storia la racconta su Repubblica Piero Colaprico, che ripercorre l’inchiesta che negli anni Novanta smantellò la ‘ndrangheta milanese facendo catturare 200 persone. Un’operazione che indebolì non poco le cosche, alle prese con la metamorfosi che ha portato oggi le ‘ndrine calabresi a essere la più grande holding criminale al mondo grazie soprattutto al sostanziale monopolio del traffico di stupefacenti. Mentre la mafia si scannava e litigava con lo Stato a colpi di autobombe e di stragi […]

  

Borsellino, Scopelliti, e gli ipocriti coccodrilli in toga

Paolo Borsellino è morto 25 volte. Una voltà è stato ucciso dalla mafia, le altre dallo Stato che ad oggi non è riuscito a dare un volto ai suoi veri assassini. Non mi riferisco a chi ha premuto il telecomando (e già sarebbe tanta roba), ma ai mandanti. Quelli veri. L’ultima verità propalata ai media è che il nemico di Paolo è uno di loro, un magistrato. In effetti Paolo Borsellino è vittima dell’incapacità dei suoi colleghi, che si sono bevuti le balle di Scarantino – neanche troppo ben istruito – e che oggi come ogni anno si battono il […]

  

Sparare per (non) sparire, la ‘ndrangheta si scopre più debole

A Mileto il rampollo adolescente di un boss legato ai Mancuso di Limbadi spara al rivale in amore, un ragazzino anche lui. Eccola, la fine della ‘ndrangheta che tutti ci aspettiamo. Gomorra è arrivata anche in  Calabria: è la paranza delle ultime leve dei casati ‘ndranghetistici, così desiderosi di voler gestire la movida reggina a colpi di pistola nei bar da non capire che questa violenza cieca, che spaventa anche chi finora ha sopportato a capo chino le angherie degli ‘ndranghetisti, è l’epitaffio sulla loro fine. L’invincibile ‘ndrangheta che fa affari da Sidney a Londra, che muove miliardi grazie alla […]

  

Lo Stato sbirro e il lavoro delle ‘ndrine

Passata la festa, gabbato lo Stato. Neanche 24 ore dopo le belle parole spese nella sua visita a Locri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’incontro organizzato da Libera e i toni trionfalistici dei media sulla ‘ndrangheta ormai prossima alla sconfitta, questo disgraziato lembo d’Italia ripiomba nella sua quotidianità. «Meno sbirri e più lavoro» e «Don Ciotti sbirro» le scritte apparse (e cancellate da addetti del Comune) sui muri dell’Arcivescovado della città dove 12 anni fa fu ucciso il vicepresidente della Regione Calabria Franco Fortugno non senza il placet delle famiglie mafiose locali. Ha detto bene il capo dello Stato, […]

  

Il blog di Felice Manti © 2023
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