Giusti suicida per ‘ndrangheta, sì all’inchiesta

La morte per suicidio del giudice Giancarlo Giusti, finito nei guai con due condanne (di cui una non definitiva) per ‘ndrangheta, non poteva restare senza risposte. Ha fatto bene il legale Geppo Femia ad alzare la voce e a reclamare luce piena sul gesto (ampiamente annunciato) dell’ex gip di Palmi : «Nel codice esiste un reato estremamente grave che si presta ad una difficile dimostrazione, l’istigazione al suicidio. Certamente c’è stato un accanimento giudiziario nei confronti di Giusti». Ecco perché la Procura della Repubblica di Catanzaro ha deciso di un’inchiesta sulla morte dell’ex giudice, trovato impiccato nella sua casa di […]

  

La morte di un giudice e la giustizia dei Giusti

Il suicidio del giudice Giancarlo Giusti, condannato (ancora in via non definitiva)  ma ai domiciliari con l’accusa di collusione con la ‘ndrangheta, lascia strascichi pesanti. L’ex gip del tribunale di Palmi trovato impiccato nella sua casa di Montepaone (Catanzaro) era stato coinvolto in due inchieste delle Dda di Milano e Catanzaro su suoi presunti rapporti con alcuni esponenti della ’ndrangheta, di cui sarebbe stato a libro paga. Avrebbe ricevuto 120mila euro per favorire, come giudice Riesame di Reggio Calabria, la scarcerazione di tre elementi di spicco della cosca Bellocco, mentre l’amicizia con un presunto boss calabrese gli avrebbe procurato donne […]

  

La ‘ndrangheta, il giudice e l’acqua santa

Chi pensa che la Chiesa non stia combattendo la sua battaglia con la ‘ndrangheta è fuoristrada. Del resto Papa Bergoglio è stato chiaro: gli uomini di ‘ndrangheta sono «scomunicati», se vogliono convertirsi pubblicamente devono divorziare dall’esercizio del male. Un concetto ribadito dal presidente della Conferenza episcopale calabra Salvatore Nunnari, vescovo di Cosenza e reggino di nascita e per anni parroco in un quartiere ad altissima densità criminale: «Nella Chiesa non c’è cittadinanza per i mafiosi se non dopo la loro conversione e dopo aver dimostrato con atti concreti, visibili e pubblici il loro pentimento». La Chiesa – dicono i vescovi […]

  

La ‘ndrangheta banchetta, lo Stato balbetta

La ‘ndrangheta è il primo gruppo industriale del Paese. L’inquietante conferma arriva dalle due inchieste della Guardia di finanza e della Dia: le indagini delle Fiamme gialle in Calabria hanno portato all’arresto di undici esponenti del clan Piromalli, una delle famiglie storiche della ’ndrangheta di Gioia Tauro, al sequestro del più grande centro commerciale calabrese e di altri beni per un valore di 210 milioni di euro. Le indagini della Dia a Roma hanno consentito di scoprire l’ennesima intestazione fittizia di beni. A finire agli arresti domiciliari è Salvatore Lania, un imprenditore calabrese già finito in alcune inchieste, tra cui […]

  

Berlusconi finisce nel triangolo Matacena-Dell’Utri-‘ndrangheta

Silvio Berlusconi verrà a Reggio Calabria come testimone sul processo (che probabilmente sarà unificato) a Claudio Scajola e a Chiara Rizzo, accusati di  aver agevolato la latitanza di Amedeo Matacena jr, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, e di averne mascherato il patrimonio per sfuggire al sequestro dei beni tramite intestazioni fittizie e una complicata alchimia contabile. L’ex premier è stato citato davanti al Tribunale per parlare dei «rapporti esistenti tra l’ex armatore e l’ex ministro dell’Interno al tempo in cui il deputato calabrese non fu ricandidato alle Politiche del 2001». Assieme a Berlusconi testimonierà anche Marcello Dell’Utri «per […]

  

Ecco cosa rischia chi scrive di ‘ndrangheta

Per capire la complessità del fenomeno ‘ndrangheta e di come in una ventina d’anni la holding criminale calabrese abbia sostanzialmente “conquistato” il Nord basta mettere in fila quello che è successo nelle ultime settimane. A Reggio l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola è alla sbarra per aver protetto la latitanza dell’ex collega parlamentare Amedeo Matacena, oggi a Dubai, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Cassazione per i suoi rapporti con la cosca Rosmini. In tribunale Scajola ha anche sfiorato la moglie dell’armatore Chiara Rizzo, accusata come Scajola di procurata inosservanza della pena nei confronti del marito – con l’aiuto […]

  

Roma, la coop(pola) e le ‘ndrine

Quando si parla di ‘ndrangheta e di operazioni che smantellano le cosche bisogna fermarsi a riflettere, a leggere bene le carte e a passare al setaccio le parole degli inquirenti. La maxi operazione che ha portato a 31 arresti nella capitale non va archiviata come l’ennesima retata. Perché il gruppo criminale originario di San Luca individuato dopo la morte del boss Vincenzo Femia del 24 gennaio 2013 secondo gli inquirenti non sono aveva rapporti con la coop Edera – già coinvolta nell’indagine su Mafia capitale – ma era anche in grado di trattare alla pari con i più agguerriti cartelli […]

  

Ma chi ha ucciso il boss scissionista?

Leggo dall’Ansa: “È stato scoperto il mandante dell’assassinio di Carmelo Novella, boss della ’ndrangheta lombarda, ai vertici della «locale» di Guardavalle, freddato a colpi di pistola il 14 luglio del 2008 nel bar «Reduci e combattenti» di San Vittore Olona, nel Milanese. I carabinieri del Ros di Milano hanno infatti notificato in carcere un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano Andrea Ghinetti a Cosimo Giuseppe Leuzzi, 50 anni, detenuto a Foggia. Leuzzi, capo della locale di Stignano (Reggio Calabria), alleata con le locali di Monasterace e Guardavalle, operanti nella zona dell’Alto Jonio, avrebbe deliberato l’omicidio con Andrea Ruga, […]

  

Ndrangheta capitale (e immortale)

L’avevo scritto sul Giornale a Ferragosto, le carte dell’inchiesta su Mafia Capitale ne sono la conferma: l’immigrazione clandestina aiuta le mafie, fornisce ai clan carne da macello senza identità da sfruttare per i traffici illeciti, dalla contraffazione al traffico di cocaina. La ndrangheta avrebbe lucrato sul traffico di esseri umani tramite una coop che gravita nella galassia del factotum Salvatore Buzzi attraverso un imprenditore incensurato che obbediva alle indicazioni del clan Mancuso di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. Un progetto che secondo i pm romani si sarebbe perfezionato con il benestare dell’ex Nar Massimo Carminati detto il Cecato: «Questi […]

  

Le parole che Alfano non dice sulla ‘ndrangheta

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, da buon siciliano, è certamente un esperto di Cosa nostra. Il suo libro La mafia uccide d’estate (da non confondere con il quasi omonimo e bellissimo film di Pif) ha peraltro riscosso un buon successo di pubblico e di critica, come si dice in certi casi. Eguale dimestichezza, temo, Alfano non ha con le cose di ‘ndrangheta. A repubblica.it ha detto una frase che non sta in piedi («Abbiamo ottenuto grandi risultati», ma quali?), poi ha fatto appello alle donne «che hanno a che fare con uomini di ’ndrangheta» chiedendo loro di dissociarsi: «Se si […]

  

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