“Senti che la vittoria è a portata di mano, ma mancano quei pochi voti che ti potrebbero dare la certezza della vittoria? Organizza un broglio e porta a casa il risultato sperato”

Potrebbe essere sintetizzato così l’adagio che sembra caratterizzare le elezioni che vedono un cosiddetto “too close to call”, ovvero l’impossibilità di prevedere chi vincerà nel caso in cui i contendenti siano in un “pericoloso” equilibrio.

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Il caso più celebre negli anni recenti è stato senza dubbio la contesa per la poltrona del Presidente degli Stati Uniti tra George W. Bush (che vinse) e Al Gore (che perse). Con settimane di conteggi e riconteggi e sospetti incorociati di brogli. Ora l’Austria. 30.000 voti di scarto sono davvero pochi e le contestazioni tante. Ma chi davvero se lo sarebbe aspettato da un paese con una tradizione ferrea nel rispetto delle regole che si sarebbe verificato un simile pasticcio?

E poi dicono di noi italiani. Che Italicum o non Italicum abbiamo un sistema che impedisce un voto inviato per posta proprio perchè la tentazione è grossa….

E sebbene il mondo sia sempre più digitale e multimediale, ancora non decollano sistemi alternativi a quelli in vigore (basati sulla carta).

Ma la domanda ora è una: se si divesse rivotare in Austria, sarebbe corretto dare la possibilità di votare a tutti o solo a coloro che avevano votato al ballottaggio, in modo da garantire la correttezza del risultato tra coloro che effettivamente avevano votato? La legge dirà aperti a tutti. La logica direbbe solo a quelli che votarono.

Intanto godiamoci una figura pessima da chi spesso vuole dare lezioni di regole al Belpaese…

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