L’appuntamento elettorale statunitense si avvicina e fioriscono i sondaggi elettorali statuniteni.

Il referendum costituzionale sta per arrivare e fioriscono i sondaggi elettorali italiani.

Da entrambe le parti dell’Oceano si addensano le nubi sugli Istituti che si cimentano nell’impresa di stimare il risultato finale.

Un paio di doverose premesse:

  • negli USA: sono presi molto seriamente e vi si dedicano ingenti risorse economiche per farli (chi li commissiona è disposto a pagare “bene” il lavoro) e ne vengono effettuati moltissimi, sia per la grandezza del territorio che va suddiviso per Stati Membri, dato che gli esiti si giocano stato per stato, sia sul versante della periodicità (ne escono ogni giorno, ma ci sono Istituto che ne pubblicano 1 al giorno! vedi ad esempio Gallup). A condurli i migliori esperti affiancati da accademici e studiosi di varia natura con una garanzia di fondo: chi sbaglia paga pegno, chi si avvicina al risultato finale gode almeno 2 se non 4 anni di massimo rispetto
  • in Italia: sono presi quasi come “oroscopi” e i media sono disposti a pagare “poco” (o nulla) per ottenerli (con buona pace dei metodologi). Negli ultimi anni se ne fanno certamente più di un tempo, ma spesso i campioni sono molto poco consistenti e quindi soggetti ad errori statistici importanti (quando si vede una stima e non viene dichiarata l’oscillazione possibile del dato… meglio calcolarsela da soli). A condurli in mezzo a dei veri e propri esperti del settore (ne abbiamo anche in Italia!) emergono anche altre figure/personaggi che probabilmente non supererebbero un esame di statistica di base. A chi si avvicina al risultato o a chi ne resta lontano di solito la gloria è preclusa, dato che viene sempre più spesso fatto di “tutta l’erba un fascio”.

Mi piace quindi vedere che in questo momento pre elettorale, vi sia chi, in questo caso Statista/Gallup, rifletta e faccia riflettere su quanto avvenuto in passato. Vi ripropongo quindi il grafico (che si riferisce evidentemente alle rilevazioni Gallup) che evidenzia lo scarto tra l’ultimo poll (o sondaggio) e il risultato finale. Oltre al commento di queste differenze, che lascio a voi, mi piace sottolineare come negli anni il “peso” dell’elezione sia stato significativamente differente per il vincitore, non solo in termini di scarto dallo sconfitto, ma anche a livello assoluto e quindi di “legittimazione” da parte del corpo elettorale. Vi ci ritrovate?

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