L’inflazione aumenta e riduce i consumi delle famiglie
Un’inflazione così alta non si vedeva dal settembre 2012. Io sono Andrea Pasini un imprenditore di Trezzano Sul Naviglio e credo che i dati pubblicati da Istat parlino chiaro, in Italia l’inflazione aumenta per il quarto mese consecutivo con «una crescita di un’ampiezza che non registrava da quasi 10 anni» quando fu pari al 3,2%. L’inflazione acquisita per il 2021 risulta così pari a +1,8% per l’indice generale +0,8% per la componente di fondo.
Numeri prevalentemente imputabili alla fiammata sui prezzi dell’energia. È lo stesso Istituto a precisare che «i beni energetici continuano a essere protagonisti, contribuendo per più di due punti percentuali all’inflazione e spiegando buona parte dell’accelerazione rispetto a settembre». In numeri i prezzi dell’energia sono cresciuti del 20,2% a ottobre e del 24,9% a settembre, di cui quelli della componente componente regolamentata (da +34,3% a +42,3%) sia ai prezzi di quella non regolamentata (da +13,3% a +15,0%).
In questo quadro, accelerano anche i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +0,9% a +1,0%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,6% a +3,1%). Nel dettaglio, la crescita dei prezzi dei beni alimentari è stabile a +1,0% (+0,3% rispetto a settembre) a causa dei prezzi degli alimentari lavorati (+1,0% come nel mese precedente; -0,1% il congiunturale), mentre i prezzi degli alimentari non lavorati rallentano (da +1,0% a +0,8%; +0,7% su base mensile). I prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registrano un aumento dello 0,7% su base mensile e del 3,0% su base annua (da +2,5% del mese precedente) e anche i prezzi relativi ai trasporti crescono del 2%.
Ci troviamo di fronte a numeri preoccupanti. Codacons ha parlato di una stangata da 922 euro a famiglia, mentre Confesercenti lancia l’allarme: «Perderemo 9,5 miliardi di consumi in 2 anni». Un combinato allarmante che solleva nubi minacciose sullo shopping di Natale e che preoccupa per il futuro. Secondo i calcoli dell’Unione Nazionale Consumatori per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, l’inflazione a +3% significa un aumento del costo della vita pari a 1087 euro su base annua, 424 solo per abitazione, acqua ed elettricità, 470 euro per i trasporti. Per una coppia con 1 figlio, la maggior spesa annua è pari a 1007 euro, 425 per l’abitazione, 410 per i trasporti, per una famiglia media il rialzo complessivo è di 841 euro, 399 per l’abitazione e 301 per i trasporti.
Massimiliano Dona, presidente dell’UNC ha così chiesto al governo di intervenire su quello che Assoutenti definisce un «massacro».
Nei primi nove mesi del 2021 i prezzi delle materie prime industriali sono aumentati del 43%, il petrolio del 55%, il gas naturale del 166%. Parliamo di numeri esorbitanti che non possono non avere un impatto sui consumi. E fondamentale che il governo Draghi si muova celermente. Serve un intervento che calmieri i prezzi, sterilizzando i rincari dei carburanti e riducendo temporaneamente le accise. www.IlGiornale.it