Che valore anno, oggi, gli ideali cavallereschi, che ci rimandano a un’Europa fatta di castelli, corti e dame? E chi è, nel mondo contemporaneo, un cavaliere? A chiederselo, e a fornire delle risposte in saggio di recente pubblicazione da parte di Cinabro Edizioni, che inaugura la collana “La spada e la rosa”, è Cosmo Intini, figura poliedrica di musicista e compositore, studioso di simbologia e saggista che ha concentrato la propria ultradecennale ricerca principalmente sulla figura di Federico II Hohenstaufen e, più in particolare, sulla tematica della sacralità mariano-ghibellina di Castel del Monte. Intini, classe 1958, è oblato benedettino secolare presso l’Abbazia Santa Scolastica di Subiaco.

Il libro che da pochi mesi ha dato alle stampe si intitola Codice di identità cavalleresca. Si tratta di un lavoro nato sulla scorta dell’esperienza che l’autore ha vissuto e vive da qualche anno come cavaliere e priore del Sodalitium Equitum Deiparae Miseris Succurrentis. Una fratellanza che è, prima di tutto, comunità di azione, preghiera e pensiero il cui scopo è quello di combattere una “buona battaglia”. Battaglia i principi della quale vengono analizzati all’interno del saggio: l’amore e il timore di Dio; l’amore generoso ed eroico verso il prossimo; la misura in ogni desiderio e azione; la prudenza lungimirante accompagnata a una visione eroica della vita come militia super terram, in contrasto con una visione della fede, (oggi prevalente) “disarmata” e imbelle di fronte alle sfide della contemporaneità; la gentilezza del cuore e la nobiltà del sentire; la sincerità e la lealtà; la modestia; il servizio da offrire fino al sacrificio.

Non manca un erudito studio simbolico sul simbolismo della rosa, raffigurante la Santa Vergine e che tanta importanza ebbe anche per il mitico ordine dei templari e una raffinata analisi meta-storica, essenziale strumento per comprendere il ruolo del cavaliere contemporaneo di fronte al mondo che lo circonda.

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