Perché ha un titolo terribilmente desueto e inattuale. E così vuole essere. In una società rigidamente conformista nel suo acritico progressismo, il ghibellino contemporaneo non può che essere un pugnace conservatore. Ma, si badi bene, non un ottuso bigotto. E’ un uomo che cavalca la tigre della società della tecnica, dei selfie e degli smartphone, ma resta con fierezza in piedi tra le rovine della modernità liquida e non si vergogna, se necessario, di apparire fuori luogo. Sta dalla parte dei deboli, ma disprezza il verbo buonista e la politica in abito talare. Certamente brama con forza la libertà, anche quella di poter essere, all’occorrenza, politicamente scorretto. E’ un apota in senso prezzolinano, perché legge e si informa ma, prima di tutto, pensa con la propria testa, senza lasciarsi influenzare dagli etat d’esprit collettivi. Se vi riconoscete in questa descrizione questo blog fa per voi.