Una poltrona per due in Iowa, ma che caos
La lunga corsa delle primarie democratiche inizia all’insegna del caos. In Iowa, dove si sono tenuti i caucus, per ore ed ore si è atteso che venisse proclamato il vincitore. Alla fine due candidati si sono dichiarati tali: Pete Buttigieg, ex sindaco di South Bend (Indiana), in diretta tv ha detto questo: “Andiamo da vincitori in New Hampshire”. Anche il senatore Bernie Sanders si è sbilanciato, dicendo di aver ottenuto un “risultato molto positivo, siamo andati bene”. E il suo staff ha pubblicato i dati che lo vedono al primo posto (ma erano dati parziali). Soddisfatta anche la senatrice Elizabeth Warren, con una performance migliore a quanto si sarebbe aspettata.
Ma cos’è successo? Quest’anno il caucus dell’Iowa si è svolto con un nuovo sistema che prevedeva che i responsabili delle circoscrizioni (1.678 in tutto) trasmettessero tramite un’app i dati in tre fasi diverse: il primo conteggio, il secondo conteggio e il numero dei delegati assegnati. Il caos è scoppiato perché, a quanto si apprende, alcuni responsabili non avevano provato l’app e addirittura c’è chi non l’aveva neanche scaricata. Qualcuno invece al momento di utilizzarla si è trovato di fronte un messaggio di errore. Di fronte a questo clamoroso intoppo si è passati al vecchio sistema: scrivere tutti i numeri a penna e comunicarli al telefono. Questo inevitabilmente ha ritardato i tempi. Il partito democratico dell’Iowa fa sapere che i risultati dei caucus saranno diffusi “non appena possibile” e spiega che il ritardo è stato dovuto a un “problema nel codice” di programmazione dell’app utilizzata. In una nota si legge che “non c’è stato un hackeraggio”.
Una cosa è certa: il Partito democratico ha fatto una pessima figura, trasmettendo l’immagine di un’organizzazione che non è capace neanche di gestire la consultazione in un piccolo stato di campagna.Il presidente Trump ne approfitta e con sarcasmo twitta: “Quando i democratici inizieranno a incolpare la Russia invece della loro incompetenza per il disastro del voto appena accaduto nel grande Stato dell’Iowa?”. Dure critiche anche dal Washington Post (che ha parlato di “debacle“) e dal New York Times (“confusione e caos“).
Politicamente parlando il grande sconfitto è Joe Biden, superato da Sanders, Warren e Buttigieg. Quest’ultimo è il candidato moderato che ha fatto meglio. Brutto segnale per l’ex vicepresidente, che deve risollevarsi al più presto, a partire dal New Hampshire, dove si vota il prossimo 11 febbraio. Ma la vera sfida, quella che potrebbe essere se non decisiva comunque importantissima, sarà il 3 marzo (Super Tuesday), quando si voterà in ben 15 stati più le isole Samoa, compresi i popolosi Texas e California. In palio ci saranno 1.663 delegati (compresi i “superdelegati”), per ottenere la nomination ne occorrono 2.375. A marzo correrà anche un altro “moderato”, il miliardario ed ex sindaco di New York Michael Bloomberg, che ha disertato le prime tre sfide (Iowa, New Hampsihire e Nevada). Il giorno in cui si votava in Iowa lui era a fare campagna elettorale in California, dove si eleggeranno 494 delegati contro i soli 49 dell’Iowa.
– Appena saranno diffusi i voti dell’Iowa si potranno leggere qui