Primarie Usa, c’è voglia di moderati in casa democratica
La clamorosa débacle dei caucus in Iowa ha fatto rotolare la prima testa: il presidente dei democratici, Troy Price, si è dimesso. Forte delle innovazioni tecnologiche veva promesso che questi sarebbero stati i “caucus di maggior successo nella storia del partito”. Ma tra malfunzionamenti dell’app e clamorosi ritardi nei conteggi, tutta l’America ha riso dell’Iowa. Ma come sta andando la corsa per individuare il candidato democratico che sfiderà Trump il prossimo novembre. In Iowa ha prevalso di poco l’ex sindaco di South Bend (Indiana), Pete Buttigieg, davanti al senatore Bernie Sanders. Mentre nelle primarie del New Hampshire si è imposto Sanders che, in questa prima fase, si accredita come il “front runner” di Trump. Questo, anche se è ancora molto presto visto che si è votato per una manciata di delegati alla convention, è suffragato anche dai sondaggi a livello nazionale, con Sanders che è davanti a Joe Biden.
Buttigieg è arrivato a un soffio da Sanders, fermandosi al 24,4% contro il 25,7% del senatore del Vermont. Questo ottimo inizio è un segnale importante, anche se è prematuro parlare di leadership. Più che altro il dato che emerge da queste prime due tornare elettorali potrebbe essere questo: nell’elettorato dem c’è voglia di cambiamento ma anche di moderazione. Sanders va forte, anche se quattro anni fa in New Hampshire Sanders aveva vinto con il 60% dei consensi, contro il 26% di oggi. Ottimo risultato anche per un’altra esponente “moderata”, la senatrice del Minnesota Amy Klobuchar, che ha preso 19% dei consensi. on un messaggio centrista. Sommando i loro consensi si arriva a una fetta importante pari al 43,4%, che non solo supera di gran lunga il 25,7% di Sanders ma ridicolizza Biden, fermo (e lontanissimo) ad un misero 8,4%. Oltre all’ex vice presidente di Obama c’è da registrare il flop della senatrice Elizabeth Warren, anche lei considerata ultra liberal, che si è fermata al 9%. Intanto dopo il New Hampshire registriamo il ritiro di due candidati: il senatore del Colorado Michael Bennet (considerato un moderato) e l’imprenditore e filantropo Andrew Yang.
Lo ribadiamo ancora una volta, siamo appena agli inizi. La strada delle primarie è ancora molto lunga. Si potrà fare un ragionamento più serio solo dopo il Super Tuesday di marzo, quando si voterà in parecchi stati, alcuni molto popolosi, come Texas e California. Il miliardario Michael Bloomberg, ex sindaco di New York, lavora pancia a terra puntando proprio al Super Tuesday. Sta spendendo molti soldi con campagne pubblicitariue a tappeto, sperando di risalire velocemente nei sondaggi (al momento è dato intorno al 15% a livello nazionale). Secondo la media dei sondaggi riportata da RealClearPolitics.com in testya c’è Sanders con il 23,6%, seguito da Biden al 19,2%. Dopo Bloomberg troviamo Warren al 12,4%, Buttigieg al 10,6% e Klobuchar al 4,6%.
Uno sguardo, infine, alla classifica generale dei delegati in casa dem: in testa c’è Buttigieg a quota 23, seguito da Sanders (21), Warren (8), Klobuchar (7) e Biden fanalino di coda con 6 delegati. Per vincere bisogna raggiungere quota 1990. La scritta “Arrivo” è lontanissima. Tutto può succedere.