Presidenziali e Corte Suprema, scontro totale negli Usa
Sono nove i giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America. Nominati a vita, quando un seggio resta vacante il presidente degli Stati Uniti provvede a nominare il sostituto, che deve ricevere l’approvazione del Senato. Nessuna norma limita il potere del presidente di scegliere un nuovo giudice, neanche quando sta per scadere il suo mandato alla Casa Bianca. Per ragioni di opportunità e di equilibrio istituzionale a un presidente a fine mandato è consigliata la massima cautela, per evitare gli inevitabili scontri tra fazioni che getterebbero il massimo organo giurisdizionale nella mischia politica.
Alcuni giorni fa Donald Trump ha nominato Amy Coney Barrett per coprire il seggio rimasto vacante dopo la morte di Ruth Bader Ginsburg. Una scelta che esalta i conservatori americani ma fa saltare i nervi ai progressisti: cattolica e conservatrice, Barrett è giudice della corte d’Appello del settimo circuito di Chicago. È considerata la versione femminile di Antonin Scalia, il giudice di origini italo-americane simbolo del conservatorismo giuridico americano, nominato alla Corte Suprema da Ronald Reagan nel 1986, scomparso nel febbraio del 2016 e del quale Barrett è stata assistente legale e pupilla. Come Scalia anche Barrett aderisce alla dottrina dell’interpretazione originaria della Costituzione (originalismo), in base alla quale la legge fondamentale del Paese non va interpretata ma applicata alla lettera.
Nella storia ci sono stati decine di casi in cui un presidente a fine mandato ha nominato un giudice della Corte suprema. Ovviamente oltre alla necessaria cautela nella scelta del nome sono determinanti i numeri: bisogna vedere, in pratica, se il presidente è forte del sostegno del Senato oppure no. In caso di nomina palesemente contraria all’orientamento politico del Senato la scelta può apparire un azzardo destinato inevitabilmente a fallire. L’ultimo scontro politico sulla nomina di un giudice si verificò nel 2016: nell’ultimo anno del suo mandato Barack Obama nominò il giudice Merrick Garland come sostituto di Scalia, ma la scelta fu bloccata dal leader della maggioranza al Senato, il repubblicano Mitch McConnell. La nomina di Garland formalmente rimase in sospeso per 293 giorni. Il seggio rimasto vuoto fu occupato poi dal giudice Neil Gorsuch, scelto dal neo insediato presidente Trump.
Al posto della Ginsburg, icona progressista, Trump ha scelto la Barrett, su posizioni ultra conservatrici. Si aprirà una durissima battaglia al Senato, ma l’impressione è che lo scontro sia proprio quello che voleva Trump, per galvanizzare la propria base elettorale in vista delle presidenziali. Pare che i democratici abbiano poche chance di bloccare la nomina: al momento, infatti, solo due senatrici avrebbero espresso l’intenzione di accogliere la richiesta dei democratici di attendere per ratificare la nomina. Il rapporto di forze al Senato è questo: 53 repubblicani, 45 democratici, 2 indipendenti. Senza altre defezioni, dunque, la nomina passerà. L’audizione al Senato per la conferma del giudice inizierà il 12 ottobre e andrà avanti per quattro giorni.
Biden prova a far saltare il banco, ma la sua è una sfida in salita: “Mancano poche settimane al giorno delle elezioni e milioni di americani stanno già votando perché la posta in gioco in queste elezioni non potrebbe essere più alta. Sentono l’urgenza di questa scelta, un’urgenza resa ancora più acuta dalla posta in gioco alla Corte Suprema degli Stati Uniti”, ha dichiarato Biden in una nota in cui ricorda come Trump abbia “cercato da quattro anni di eliminare l’Affordable Care Act” (noto come Obamacare). Per due volte, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato la legge come costituzionale. Il presidente Trump ha nominato la giudice Amy Coney Barrett come successore del seggio della giudice Ginsburg. Ha una storia scritta di disaccordo con la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di sostenere l’Affordable Care Act. Il popolo americano sa che le decisioni della Corte Suprema degli Stati Uniti influenzano la loro vita quotidiana. La Costituzione degli Stati Uniti è stata concepita per dare agli elettori una possibilità di far sentire la propria voce su chi presta servizio alla Corte. Quel momento è adesso e la loro voce dovrebbe essere ascoltata. Il Senato non dovrebbe agire su questo posto vacante fino a quando il popolo americano non avrà scelto il prossimo presidente e il prossimo Congresso”.
Riuscirà Joe Biden a convincere qualcuno tra i senatori repubblicani?