Nuovi “leghismi” crescono: anche il Sud rivendica la sua macroregione autonoma

  A quanto pare non è solo il Nord a volere più autonomia dallo Stato centrale. E chi ce l’ha se la tiene ben stretta: «L’autonomia è la sfida del futuro anche a livello europeo non solo italiano: senza arrivare ai contrasti e agli scontri catalani, l’Europa deve fondarsi sulle autonomie». Si presenta così in Sardegna Matteo Salvini, che ieri è sbarcato a Cagliari per la prima manifestazione regionale del suo partito. Di autonomia nelle regioni del Sud aveva parlato anche Silvio Berlusconi, aderendo ai referendum indetti il 22 ottobre in Veneto e in Lombardia: bisognerebbe farli innanzitutto al Sud. […]

  

E vai col rimpastino senza vergogna nè pudore

Quindi a forza d’impastare e di mattarellare, habemus il nuovo Governo targato Paolo Gentiloni, deputato dal 2001, già ministro con Prodi e Renzi, già portavoce di Francesco Rutelli in Campidoglio, già esponente della sinistra extraparlamentare di ispirazione maoista come giustamente ci si aspetta dal discendente di una casata di nobile lignaggio, i conti Gentiloni Silveri, nobili di Filottrano, Cingoli e Macerata.

  

E adesso i campioni del SÌ emigrassero tutti all’estero con il cuoco Bottura. Il primo deve essere Benigni.

I vippetti che tanto si sono spesi per il SÌ al referendum costituzionale venissero caricati sull’ Air Force Renzi ed espatriassero pure. Ma lontano, non ne sentiremo la mancanza. Una delle tragicommedie, o meglio  tragicomiche, di questo nostro tempo è l’autorefernzialità estrema e narcisistica di tutta una serie di categorie mediaticamente spendibili, dai vippetti o presunti tali, miracolati da un passaggio in un reality di serie B o da un’ospitata in un salotto ad uso e consumo di telemorenti lobotomizzati alle grandi firme del giornalismo, dai cosiddetti intellettuali impegnati che si illudono di poter orientare l’opinione pubblica agli artisti schierati […]

  

Referendum, è tempo che il fronte del No schieri i suoi campioni.

L’ora X si avvicina, inesorabile. Il 4 dicembre il dado sarà tratto e per Matteo Renzi quel giorno lo attende un appuntamento col destino: il suo. Per quanto possa pubblicamente negarlo, il Presidente del Consiglio è pienamente consapevole che sarà sostanzialmente un giudizio di gradimento sulla sua persona e guarda con apprensione ai sondaggi di questi giorni che fotografano una forbice fra il Sì e il No di 3-4 punti in favore di quest’ultima opzione. Ci sono due mesi esatti per provare la rimonta e tenendo conto che gli indecisi, sempre secondo i sondaggi, sarebbero uno sproposito – circa la […]

  

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