Come abbiamo scritto oggi sul Giornale, da una settimana la Guardia di Finanza e gli ispettori di Bankitalia stanno passando al setaccio gli archivi della Banca Popolare di Milano. I finanzieri sarebbero  alla ricerca di prove su una sospetta elusione fiscale tramite un complesso triangolo di fatturazioni. Gli ispettori della Vigilanza starebbero invece controllando come procede il lavoro di risanamento impostato dall’amministratore delegato Piero Montani sotto gli occhi del presidente Andrea Bonomi. Popolare Milano, che è ora impegnata in un difficile confronto sindacale sugli esuberi, vorrebbe che fossero rimossi gli accantonamenti patrimoniali aggiuntivi da 7,7 miliardi (add on) imposti da Palazzo Koch ai tempi della presidenza di Massimo Ponzellini (poi finito nel mirino della Procura e adesso agli arresti domiciliari).

Una speranza, quella della rimozione degli add onn, condivisa anche dagli analisti di Mediobanca, nel tradizionale Wake up call, stimano che la metà della “soma” sarà rimossa entro la fine dell’anno, il restante 50% nel 2013.  Il beneficio per la quotazione del titolo sarebbe evidente:  Piazzetta Cuccia calcola per Popolare Milano un prezzo obiettivo di 55 centesimi con giudizio “outperform”, cioè il titolo di Piazza Meda si comporterà meglio del mercato.

Non una grande consolazione per gli azioniti di lunga data di Bpm, che  sovente hanno in portafoglio anche qualche quota del discusso prestito convertendo, ma perlomeno è un inizio.

Wall & Street

 

 

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