La Rai vale 2 miliardi, vendiamola e via il canone
Perché dobbiamo continuare a pagare il carrozzone della tv di Stato quando, vendendolo, si può fare cassa? L’idea è venuta all’analista di Mediobanca Securities, Fabio Pavan, dopo il clamore suscitato dalla chiusura della tv greca Ert (per altro in attivo a differenza della Rai) che ha stimato quanto potrebbe incassare il Tesoro dalla privatizzazione: circa 2,1 miliardi. Un aiuto modesto per le Casse pubblico ma ci sarebbe un immediato beneficio per tutte le famiglie italiane, dal momento che una Viale Mazzini completamente privatizzata farebbe probabilmente cadere la stessa possibilità di pretendere un canone.
Lo studio, applicando i multipli dei concorrenti o della media di mercato ai tre business del gruppo (tv, frequenze, torri), assegna infatti agli attivi della Rai un fair value di 2,47 miliardi dal quale andrebbe sottratto il debito netto che a fine 2012 ammontava a 360 milioni. La valutazione di Mediobanca Securities, che utilizza il metodo della somma delle parti, attribuisce un multiplo di 1,5 volte ai ricavi core dell’attività televisiva che ammontano a 810 milioni. I quattro multiplex delle frequenze vengono valutati 120 milioni ciascuno, in linea con i valori attribuiti agli asset di Mediaset, TiMedia e Gruppo Espresso. Infine a RaiWay, che nel 2011 aveva 226 milioni di ricavi e 89 di ebitda, viene assegnato un multiplo di 8,5 volte l’ebitda simile a quello del principale concorrente EiTowers. La profittabilità della Rai, sostiene Pavan, è inferiore a quella della media del settore ma questa differenza sarebbe compensata da un premio di controllo (il surplus che si riconosce a chi vende una partecipazione di maggioranza, ndr) in caso di cessione.
L’analisi non nasconde le implicazioni, e gli ostacoli, sociali (oltre 13mila lavoratori coinvolti) e politici di una eventuale privatizzazione ma suggerisce due strade da percorrere al governo Letta per incrementare le entrate dal settore televisivo nel breve termine. La prima è la lotta all’evasione del canone che riguarda il 44% delle famiglie secondo un recente studio e da cui potrebbero arrivare 600 milioni in caso di evasione dimezzata. La seconda è la vendita di RaiWay (torri di trasmissione) da cui deriverebbe cassa per 600 milioni al netto di 150 milioni di debito.
Dopo qualche anno, conclude Pavan, l’Italia potrebbe essere nella posizione di completare l’asta per l’assegnazione di tre frequenze nazionali. La contemporanea privatizzazione della Rai risveglierebbe Viale Mazzini dal ruolo di “bella addormentata” e aumenterebbe sensibilmente la competizione sul mercato televisivo, un tema caro a Mediobanca che ha assistito Telecom nella cessione di La7.
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