La lettera, Consob fa il terzo grado ai soci Bpm
La Consob fa il terzo grado ai dipendenti-soci della Banca Popolare di Milano. Dopo l’assemblea che sabato scorso ha eletto Giuseppe Coppini alla presidenza, relegando l’ex Guardasigilli Giovanni Maria Flick in terza posizione, la Commissione di Giuseppe Vegas ha preso carta e penna e spedito sul tavolo del consiglio di sorveglianza di Piazza Meda una lettera in cui chiede formalmente conto degli equilibri dell’assise. Il consiglio di sorveglianza è espressione dei dipendenti-soci di Bpm, da sempre in grado di formare la lista di maggioranza. In particolare l’Authority di Giuseppe Vegas prima si accerta se la Popolare Milano utilizzi modalità “idonee” a consentire la “tracciabilità” ex post delle espressioni di voto dei singoli soci; quindi intima alla cooperativa di trasmetterne gli esiti.
Non solo la Commissione pretende di avere tra le mani anche il documento con cui sempre sabato il consigliere Roberto Fusilli aveva chiesto di ritirare la propria candidatura alla presidenza, dicendosi non più disponibile. Tale missiva, dopo una verifica con lo stesso Fusilli e con il notaio, non è stata letta in assemblea e Fusilli ha ottenuto 48 preferenze. Tali voti, se sommati a quelli di Piero Lonardi (903) che è il leader storico dello schieramento dei soci non dipendenti, in cui milita lo stesso Fusilli, avrebbe spinto Lonardi a un totale di 951 voti, solo 3 in meno di quelli che hanno decretato la vittoria di Coppini (954). Una incollatura. Quest’ultimo, che era già vicepresidente del Cds ed è il simbolo della continuità per i dipendenti-soci di Bpm, sarebbe in particolare stato sostenuto dai simpatizzanti della Uilca-Uil e in parte della Fisac-Cgil. Al contrario le rappresentanze di Fabi e la Fiba-Cisl, dopo che le segreterie nazionali hanno lasciato libertà di voto, avrebbero spinto gli iscritti ad esprimersi per Flick (516 preferenze). Il quadro sabato si era completato con i 153 consensi di Maurizio Cavallari. Lo spaccato delle preferenze, nel suo complesso, ha lasciato quindi da subito in bocca il sapore di un esito quasi pennellato dagli “artisti” del consenso di Bpm. Ma Consob, che sabato ha presidiato l’assise con i propri emissari, ora vuole vederci chiaro: il dubbio rimane quello di un’indebita gestione dei dipendenti-soci sull’assemblea della cooperativa lombarda. Una situazione poi non così dissimile da quella che la Commissione aveva imputato alla vecchia “Associazione Amici”, l’ex stanza di compensazione tra la base e il cda della vecchia Bipiemme. L’associazione si è poi autodistrutta ma la Consob, che ha contestato gli estremi del patto occulto, sta vagliando da mesi le eventuali sanzioni per l’intero ex vertice dell’Associazione in carica tra il 2010 e il 2012.
Nel frattempo, sempre ieri, il presidente del consiglio di sorveglianza Andrea Bonomi (primo socio di Bpm con il fondo Investindustrial) ha ottenuto da Bankitalia il sospirato via libera al rimborso dei 500 milioni di Tremonti Bond. Un passo necessario ad evitare il gravoso previsto aumento degli interessi, e per il quale Popolare Milano ha approvato un aumento di capitale del medesimo importo.
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