La crisi ha lasciato senza lavoro una intera generazione di italiani: negli ultimi tre anni, calcola l’Istat, c’è un milione di disoccupati in più tra gli under35, di questi 750mila sono nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni. Una situazione drammatica, provocata – come hanno spiegato Vittorio Feltri e Nicola Porro su il Giornale – dalla miopia con cui l’Italia schiaccia le proprie imprese, divorandole di continuo con adempimenti fiscali, costi inutili e lacci burocratici. Un cocktail che diventa mortale visto che il nostro sistema bancario non presta quasi più in centesimo a famiglie e imprese, perché già adesso ha gambe troppo deboli per tenere sulle spalle i 140 miliardi di sofferenze e gli oltre 200 miliardi di incagli lasciati da chi non riesce a pagare le rate dei prestiti ricevuti. La Riforma Fornero è equivalsa a un suicidio di massa così come farsi mettere al giogo come buoi dalla Germania di Angela Merkel.

Wall & Street ha già tentato di rispondere all’emergenza sia proponendo un’ampia guida pratica per trovare lavoro (pensata per  i ragazzi che 18 anni hanno sostenuto gli esami di maturità, i giovani laureati che a 25 anni si stanno avvicinando per la prima volta alle imprese e i padri di famiglia che a 50 anni hanno perso lo stipendio) sia una disamina di quali siano le lauree che offrono maggiori possibilità di ottenere un impiego, oltre al quadro dei dieci lavori  più ricercati dalle aziende e alle indicazioni per diventare piccoli imprenditori.

Per cambiare la situazione è necessario in primo luogo un cambio di mentalità del nostro sistema politico e attuare almeno questi tre interventi. Resta però fondamentale che ciascuno utilizi tutti gli strumenti a disposizione per far ripartire l’occupazione anche in modo temporaneo. A partire dai contratti speciali per l’Expo e dalle agenzie per il lavoro, attraverso cui ogni mese trovano lo stipendio circa 250mila lavoratori, con missioni che si protraggono per una media di 48 giorni. Proprio il settore del lavoro in somministrazione, nelle vesti di Assolavoro, ha appena raggiunto un’ipotesi di accordo con i sindacati per il rinnovo del contratto nazionale di categoria. L’articolato dovrebbe essere definito entro i primi giorni di ottobre, ma le linee guida sono tracciate: l’accordo mira, infatti, a favorire un sistema competitivo in cui la flessibilità contrattata garantisca sicurezza e tutele per i lavoratori e maggiore competitività per il sistema, anche puntando con decisione sulla formazione. Spicca poi l’introduzione di una nuova forma di flessibilità garantita, che prevede una contropartita retributiva a fronte della disponibilità del singolo lavoratore: un modo per combattere il lavoro sottopagato e il sommerso, diffondendo la somministrazione in settori caratterizzati da forte stagionalità e discontinuità di impiego. Migliorerà poi il welfare, anche grazie ad assegni di maternità più capienti, così come è previsto un sistema di relazioni sindacali più capillare sul territorio.

Wall & Street

 

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