Specializzarsi, specializzarsi, specializzarsi! La classifica di ManpowerGroup dei lavori più ricercati in Italia nel 2014 evidenzia un incremento della difficoltà per le aziende a trovare profili specializzati, soprattutto in ambito tecnico/produzione, amministrativo e commerciale. Le aziende del nostro Paese che segnalano la carenza di talenti sono passate dal 17% al 34% in un solo anno, la percentuale più alta dall’inizio della crisi. Rispetto all’anno scorso perdono, infatti, qualche posizione segretarie e autisti. Entra, però, nella top ten  il personale alberghiero e della ristorazione.

 

Profili di produzione e tecnici specializzati sono infatti ai primi posti della classifica, in particolare nel settore meccanico, elettromeccanico, elettronico. Troviamo inoltre i professionisti dell’IT e del mondo digitale poco più sotto, a metà classifica. Dove c’è crescita crescono anche i servizi necessari per il processo aziendale: questo spiega perché ai primi posti vi siano le figure amministrative e di back office, oltre alle figure di vendita imprescindibili per il successo delle aziende, con un legame sempre più stretto con l’area tecnica.

Secondo le aziende interpellate (il campione di ManpowerGroup è costituito da circa 37.000 imprese in 42 Paesi), le ragioni delle difficoltà di reperimento delle risorse sono  le stesse riscontrate nel 2013: le competenze tecniche (hard skills), l’esperienza e le competenze trasversali (soft skills) sono le tre carenze che i datori di lavoro lamentano nel reperire le figure professionali.

«Collaborazione, innovazione, visione d’insieme e integrazione organizzativa sono le attitudini fondamentali per realizzare una nuova concezione di azienda “agile”. Le aziende quindi, per affermare la propria leadership nel mercato di riferimento, devono cercare di attrarre, sviluppare e trattenere i talenti in possesso di tali competenze»,  spiega Stefano Scabbio amministratore delegato di ManpowerGroup Italia ed Iberia.

La parola d’ordine del 2014 è l’adozione di strategie non tradizionali. Lo dice oltre l’80% delle aziende, in cerca di soluzioni del tutto innovative, nel recruiting e nella valutazione delle competenze. Nell’attuale mercato non contano più le soluzioni preconfezionate e le aziende che meglio si muovono nella competizione del loro settore cercano la propria unicità, come nel prodotti e nei servizi che erogano anche nella gestione delle risorse umane.

La formazione interna acquista, inoltre, una sempre maggiore importanza per le imprese monitorare. Allo stesso modo, lo sviluppo di giovani talenti e le tecniche di talent sourcing, cioè come individuare bacini di reclutamento poco sfruttati, diventano strade quasi obbligate nel campo della gestione delle risorse umane. Insomma, si cercano competenze, ma – dall’altro lato – si può derogare a questo principio se il candidato è giovane e dimostra di avere particolari abilità che potranno essere  «sgrezzate».

«La continua evoluzione e l’aumento della complessità impattano sulle esigenze delle aziende, che intraprendono una ricerca continua e sempre più raffinata dei talenti di cui hanno bisogno per competere», conclude Scabbio.

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