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Dal primo luglio il Durc diventa a portata di click. Tra poco più di un mese  per le imprese sarà possibile scaricare in tempo reale dal web,  il Documento unico di regolarità contributiva in formato pdf. La misura anti-burocrazia – nelle intenzioni del ministero – consentirà a pubbliche amministrazioni e imprese un risparmio complessivo di oltre 100 milioni di euro. C’è però una falla, rivelata dai consulenti del lavoro: gli archivi Inps non sono aggiornati. Una vera fregatura, con relativo danno di tempo e monetario, proprio per le imprese virtuose. Cioè quelle che rispettano alla lettera tutti i lacci e lacciuoli dello Stato.

«Quando si parla di snellire gli adempimenti in materia di lavoro non possiamo che essere d’accordo». Bisogna stare attenti, però, che il Durc on line sia «una vera semplificazione» e non di «un boomerang che a regime potrebbe complicare le cose più di prima». «Fatta salva la buona volontà, il rischio è che l’ente pubblico richieda direttamente il durc on line all’Inps e l’azienda interessata si veda accendere il semaforo rosso senza comprenderne il motivo» , continua il rappresentante dell’Associazione che assiste 1,5 milioni di aziende e gestiscono oltre 7 milioni di rapporti di lavoro. «Questo può accadere in quanto gli archivi dell’Istituto nazionale di previdenza sociale non sono aggiornati in tempo reale. Oggi invece, i professionisti riescono ad intercettare le criticità presenti nel sistema e a risolverle tempestivamente. Quindi, nel semplificare un adempimento non si può prescindere da una struttura informatica adeguata. Ribadisco che l’idea è buona ma

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