Come valorizzare la cultura artistica
Il mondo del lavoro è molto cambiato negli ultimi anni richiedendo a ciascuno, oltre al conseguimento di un sapere utilizzabile da subito, anche la capacità di adeguarlo flessibilmente ai continui cambiamenti della società e dell’economia. Le discipline che stimolano la creatività sono utili quanto la tecnologia nell’economia che sta acquisendo caratteri distintivi rispetto al mondo industriale del secolo scorso e che per questo viene chiamata postindustriale. Accanto al sapere scientifico le aziende necessitano quindi di una «cultura della sensibilità», dell’empatia, della creatività, della capacità di calarsi in contesti diversi e di immedesimarsi negli altri, cogliendo le tendenze e i gusti delle persone. Può sembrare un paradosso ma in Apple , che è considerata l’azienda tecnologica per eccellenza (e quindi centrata sul rigore), la parola d’ordine che Jobs aveva imposto e rappresentato in ogni ufficio era: «Beauty! (Bellezza!)» (qualità non rigorosa per eccellenza!). Ma quanto questa ha pesato sul successo di oggetti come l’iPod o l’iPad?
«La formazione che chiamiamo umanistica, abituandoci a ragionare su concetti non rigorosi, ci aiuta a prendere meglio in considerazione i cambiamenti, a valutare secondo diversi punti di vista e anche ad adattarci al rigoroso prodotto delle scienze esatte: le tecnologie che quotidianamente impieghiamo all’interno dell’impresa», spiega Angelo Pasquarella, amministratore delegato di Projectland ed esperto di sociologia del lavoro. Se le imprese hanno bisogno di persone dotate di senso artistico occorrono però anche conoscenze, da parte dei portatori di cultura artistica, su
- come lavorano le imprese
- perché è utile l’apporto di persone portatrici di cultura artistica
- come si può valorizzare nel mondo dell’economia il proprio talento artistico
- come si lavora per progetti
- come sia possibile intraprendere un’attività.
Il successo delle nostre imprese come di ogni professione dipende anche da come si dominano fenomeni con variabili difficilmente definibili con esattezza, ma altrettanto importanti dal punto di vista economico, quali ad esempio la forma estetica di un oggetto o l’efficacia di un messaggio promozionale. I prodotti di successo incorporano infatti estetica, brand, funzionalità, immagine ecc., aspetti che necessitano di cultura e metodologie differenti da quelle tecniche e anche di diversi sistemi di ricerca (rispetto a quelli delle scienze naturali).
«Questa situazione comporta però, anche negli studi umanistici, la formazione di una mentalità progettuale, stimolata proprio dal gioco di rielaborazione e produzione di un’infinità di varianti», aggiunge Pasquarella. Poiché sappiamo che in futuro avremo la necessità di fare maggiormente affidamento su inventiva, creatività e progettualità come concreto mezzo a supporto delle attività economiche, abbiamo, sin da oggi, la necessità di sviluppare una mentalità che sia in grado di collegare la creatività al mondo della produzione. In effetti, oggi il mondo del lavoro divide gli operatori della conoscenza in due tipologie di funzioni, la prima più trasversale di tipo manageriale (non necessariamente inquadrata in una situazione gerarchica) e la seconda fatta di specialisti che possiedono il pieno controllo di una determinata materia nei suoi metodi e nei suoi contenuti, tra questi si collocano creativi ed artisti.
I progetti di maggiore successo combinano tra loro variabili molto diverse.
Tra le figure di tipo specialistico le persone portatrici di cultura artistica possono essere tra le più richieste in quanto i prodotti oggi sono valorizzati in ogni loro componente dal senso estetico accanto a quello tecnologico e funzionale.
Nella scuola e nell’università in particolare (al fine di facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro) la strategia educativa deve tener conto anche dei seguenti aspetti:
- anche negli insegnamenti più specialistici andrebbero previsti sempre momenti interdisciplinari (avvicinare culture diverse)
- in tutte le discipline è necessario apprendere a lavorare in team
- in tutte le discipline, comprese le scienze umane e sociali, è utile un insegnamento orientato al lavoro per progetti,
- infine si dovrebbe orientare gli studenti a creare collegamenti sulla necessità di rapportare la conoscenza (qualunque tipo di conoscenza) con il suo impiego pratico, riconducendo la conoscenza alla sua utilità sociale e quindi al mondo del lavoro e dell’economia.
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