Innovazione e lavoro binomio vincente
Le aziende ad alto contenuto tecnologico sono quelle che hanno contribuito maggiormente a creare valore e nuovi posti di lavoro. Le imprese innovatrici, infatti, assumono oltre il doppio delle non innovatrici (il 31% cerca collaboratori contro il 13,7% delle altre). Un nuovo assunto su tre in Lombardia è nelle imprese che innovano. In un anno hanno attivato 54mila contratti di lavoro rispetto ai 125mila delle non innovatrici. Circa 30mila sono collegabili alla propensione ad innovare. Le elaborazioni della Camera di commercio di Milano su dati di Unioncamere e del ministero del Lavoro hanno evidenziato che nel 2015 solo sul territorio di Milano sono 21mila le nuove unità assunte da imprese innovatrici, l’equivalente del 34% di tutte le assunzioni a livello provinciale (30% la media lombarda). Al secondo posto, Brescia, dietro Milano non solo per il numero complessivo di startup innovative iscritte nella sezione speciale del Registro Imprese ma anche per le 3.700 assunzioni corrispondenti al 25% dei nuovi occupati. Bergamo e Varese, rispettivamente 3.440 e 2.630 assunti, hanno evidenziato cifre di tutto rispetto.
«Le startup innovative creano valore non solo nel mondo del digitale, ma generano soprattutto nuovi posti di lavoro, anche se con forme e modalità diverse», commenta Davide Capra di Fondazione 2015 sottolineando l’urgenza di un intervento del governo affinché siano stanziate «le risorse necessarie per consentire, tanto alle nostre imprese quanto al territorio in cui risiedono ed operano, di competere su scala internazionale». Questi presupposti rimangono fondamentali per poter attrarre capitali esteri e nuovi investimenti. L’impegno di «Industria 4.0» è finalizzato a cercare di sostenere le imprese che credono nello sviluppo, che investono in ricerca e che creano progetti ad elevato contenuto tecnologico. Certo, la legge di Bilancio 2017 ancora è di là dall’essere trasformata in un provvedimento da consegnare alla discussione parlamentare, ma l’esecutivo ha confermato tanto l’impegno sull’iperammortamento al 250% per gli investimenti in tecnologia (sebbene vi siano ancora molte incertezze, come denunciato dal fiscalista Paolo Duranti dello Studio Mazzocchi & Associati) quanto la riduzione dell’aliquota Ires dal 27,5% al 24 l’anno prossimo. Secondo Capra, un aiuto ulteriore giungerà dal regime del «Patent Box», ossia la tassazione agevolata per i redditi prodotti attraverso l’utilizzo di beni immateriali, finalizzato a incentivare il rimpatrio di asset e intangibles collocati in altri Paesi con fiscalità più favorevole. L’Italia non è sicuramente tra i paesi maggiormente attenti alla tutela della proprietà intellettuale e «questa norma potrà rappresentare un incoraggiamento agli imprenditori che intendono proteggere le proprie invenzioni, con particolare attenzione alle informazioni aziendali (know-how) che costituiscono il vero humus per l’innovazione».
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