Un "buono lavoro" acquistato da un tabaccaio della Capitale

Il Comitato ristretto della commissione Lavoro della Camera ieri ha approvato il testo unificato per la riforma dei voucher introducendo una serie di restrizioni sull’utilizzo dei buoni lavoro in modo tale da evitare, previo pronunciamento della Corte Costituzionale, il referendum abrogativo indetto dalla Cgil su questo strumento di pagamento dei lavori occasionali. Non si sa ancora se il testo unificato diventerà un disegno di legge o un decreto, l’unico obiettivo, ribadito dal ministro Giuliano Poletti, è quello di evitare una consultazione le cui ripercussioni politiche sulla tenuta del governo potrebbero essere imprevdibili. Qui di seguito riassumiamo i contenuti della riforma che ridurranno di molto l’utilizzabilità dei ticket.

Come cambieranno i voucher

  • PER COSA SI USANO: Piccoli lavori domestici a carattere straordinario (baby sitter e badanti), ripetizioni, piccoli lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione, manifestazioni no profit, lavori di emergenza (per calamità o eventi naturali improvvisi) e solidarietà, attività di natura meramente occasionale per imprenditori o professionisti senza dipendenti, attività agricole di carattere stagionale.
  • CHI LI PUÒ USARE: Famiglie e privati non imprenditori o professionisti, imprese o professionisti che non abbiano lavoratori alle dipendenze, agricoltori per attività stagionali.
  • CHI VIENE PAGATO: Nelle imprese o presso professionisti: disoccupati, pensionati, studenti sotto i 25 anni, disabili, soggetti in comunità di recupero, lavoratori stranieri provenienti da paesi fuori dalla Ue che abbiano perso il lavoro da meno di sei mesi. Nessun limite per le famiglie.
  • COMPENSO: Il valore del voucher è di 10 euro se committenti sono le famiglie e 15 euro se lo sono imprenditori e professionisti. Il lavoratore potrà ricevere compensi in voucher fino a 5.000 euro l’anno, ma non oltre 2.000 euro l’anno da un singolo committente.
  • TETTO PER IMPRESE E FAMIGLIE: Sia famiglie sia imprese possono pagare in voucher fino a 3.000 euro l’anno.
  • DOVE SI ACQUISTANO: Le famiglie possono acquistare voucher per via telematica o nelle rivendite autorizzate, le imprese solo carnet numerati in via telematica.
  • SANZIONI: Se viene omessa la comunicazione, sanzione da 400 a 2.400 euro; in caso di utilizzo improprio, sanzione da 600 a 3.600 euro. Se vengono superati i limiti quantitativi o qualitativi di utilizzo, sanzione da 600 a 3.600 euro. In caso di uso improprio, superati i limiti quantitativi e qualitativi, per prestazioni funzionali all’attività di impresa o professionale scatta la trasformazione in contratto a tempo indeterminato.

Il progetto di riforma «è semplicemente ridicolo: si cancellano i voucher attraverso i moltissimi vincoli senza avere il coraggio di dirlo esplicitamente, ma non si cancellano i lavori occasionali che ritroveranno la via del sommerso», ha commentato il presidente della commissione Lavoro ed ex ministro, Maurizio Sacconi, preannunciando la propria ferma opposizione a una «deriva ideologica e opportunista». Idem per il deputato di Direzione Italia, Daniele Capezzone, secondo cui «è stata scavalcata a sinistra la Cgil» con l’obbligo di assunzione in caso di uso improprio, «una minaccia contro famiglie e piccolissime imprese».

Voucher Tabella

 

L’iniziativa del Parlamento e del governo non nascono solo dalla volontà di fermare la Cgil, ma di limitare (in questo eccessivamente) quello che è diventato l’uso improprio di uno strumento di pagamento dei lavori occasionali. C’è da dire, però, che il voucher consente il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, di fatto evitando il nero. Vale veramente la pena adottare una normativa stringente che, di fatto ne renderebbe impossibile l’utilizzo. Ecco perché pubblichiamo la lettera di un lettore che chiede alla politica di ripensarci. E noi con lui.

«Analizzando queste cifre, si dovrebbe dire che i voucher, se usati con lo spirito per il quale sono stati pensati, sono un ottimo strumento. È una truffa legalizzata, dicono coloro che li vorrebbero eliminare perché c’è chi se ne è approfittato. Del resto, siamo in Italia, il Paese di “Fatta la legge trovato l’inganno”, ma a questo si può porre rimedio e in parte è già stato fatto, con l’introduzione della comunicazione all’Inail delle ore di lavoro del dipendente e con i maggiori controlli sull’utilizzo appropriato. (…) Ma siamo sicuri che quel numerone, quel 98%, rappresenti coloro che se ne sono approfittati? Ma ditemi, pensate a quel numerino, il 2%… quante donne di servizio, quante ragazze che fanno le baby sitter o studenti che danno ripetizioni… si fanno pagare con i voucher? Siamo sicuri che in questo misero 2% c’è tutto il lavoro regolare?

Adesso, pensate a un piccolo commerciante, zona altamente turistica, dove l’inverno non c’è nessuno. Questo datare di lavoro chiama in prova una ragazza per insegnarle il lavoro e la paga con i voucher, 30 ore in una settimana di prova con 30 buoni da 10 euro. Alla fine, se il datore di lavoro vede che può funzionare, le prospetta un contratto di lavoro stagionale, perché qui siamo al mare, in Versilia, dove l’inverno c’è molta meno gente dell’estate.

Facciamo un altro esempio, è inverno, l’unica dipendente a tempo indeterminato va in ferie. Pagare la sostituzione con i voucher sembrerebbe una cosa normale, impossibile assumere una persona per una settimana: sono più i costi burocratici che i soldi che alla fine resterebbero in mano alla dipendente. Altri esempi ancora: sostituire un dipendente in malattia, che usufruisce di un permesso, assumere per una giornata un cameriere perché il ristorante si trova ad avere il pieno per un matrimonio. Ma tanti sono i casi in cui questi buoni sono e potrebbero essere usati occasionalmente correttamente. E in maniera giusta. Pensate che, un piccolo commerciante, assumerà una persona a tempo indeterminato se la necessità è solo temporanea? Mi viene da ridere.

Pensatela come volete ma  i voucher, cosi utilizzati, sono un ottimo strumento. In questo momento di crisi, vanno aiutate le categorie che li possono utilizzare e non penalizzate. Un datore di lavoro preferirebbe avere tre e forse più dipendenti fissi a tempo indeterminato, capaci di fare il lavoro per il quale sono stati assunti, invece di ricorrere ogni anno alla ricerca di personale da istruire e formarlo per poche settimane, secondo le proprie esigenze aziendali lasciando i voucher al passato. Se arrivasse la ripresa nella quale speriamo, forse potrebbe essere così.
Un datore di lavoro
Piero Pangrani»

Wall & Street

Tag: , , , , , , , , , ,