No, il titolo non è una minaccia, bensì una promessa. Nell’audizione di martedì 5 marzo presso la Commissione Finanze del Senato il comandante Generale della Guardia di Finanza, il generale Andrea De Gennaro, ha illustrato il piano di intervento delle fiamme gialle basato sull’atto di indirizzo del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dello scorso dicembre. Ebbene, le premesse non sono confortanti per i contribuenti che hanno qualcosa da farsi perdonare dal fisco o che, per caso, dovessero incappare nelle sue maglie. In particolare, tutti coloro che dovessero ricevere avvisi riguardanti irregolarità da sanare o contestazioni varie faranno bene o a pagare o ad avviare la lunga procedura dei ricorsi previa interlocuzione con l’Agenzia delle Entrate perché, in caso contrario, sarà la Finanza ad avviare i controlli vista la renitenza alla regolarizzazione delle posizioni.

E questa particolarità il generale De Gennaro l’ha spiegata molto bene:

Un’ulteriore declinazione del concetto di prevenzione concerne poi l’azione ispettiva finalizzata a indurre i contribuenti a comportamenti virtuosi. L’Agenzia delle Entrate, come è noto, in presenza di anomalie nelle dichiarazioni fiscali invia le cosiddette lettere “cambiaverso” al fine di promuovere l’adempimento spontaneo. I contribuenti che a fronte della ricezione di queste comunicazioni non si ravvedono o non forniscono alcuna giustificazione vengono sistematicamente segnalati alla Guardia di Finanza. La nostra componente speciale effettua mirati approfondimenti di analisi utili a riscontrare eventuali ulteriori profili di pericolosità fiscale. Nel 2024 una quota significativa delle verifiche fiscali sarà indirizzata nei confronti di questi contribuenti cosiddetti inerti. Lo scorso anno a seguito degli interventi nei confronti di tali soggetti sono stati contestati quasi 200 milioni di euro di redditi non dichiarati e oltre 45 milioni di euro di Iva evasa.

Insomma, il contribuente «inerte» dinanzi alle sollecitazioni del Fisco viene sottoposto ai controlli della Finanza sia diretti che indiretti per verificare che abbia tutte le carte in regola e che la sua “scortesia” dinanzi al sollecito possa configurarsi come una semplice dimenticanza. In fondo, l’obiettivo del nuovo «fisco amico» – come delineato dai decreti seguiti passo passo dal viceministro Maurizio Leo – è proprio aumentare l’autoliquidazione attraverso il concordato preventivo biennale che consente a professionisti, autonomi e imprese sotto i 5,1 milioni di ricavi di accordarsi con il fisco su Irpef, Ires e Irap ottenendo in cambio la “grazia” da controlli e accertamenti. Esaminato il principio da un’altra prospettiva, dunque, si ottiene che il mancato responso all’invito amichevole determina un accentuarsi dei controlli. Il generale De Gennaro ha spiegato, infatti, quali saranno i driver operativi delle Fiamme Gialle proprio partendo da questo punto.

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Controlli della Guardia di Finanza in arrivo per chi non risponde alle lettere di compliance. fisco adempimentospontaneo sGuardiadiFinanza AgenziaDelleEntrate cartelle Link nel primo commento

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Le strategie operative del 2024 puntano a valorizzare l’unicità dell’azione di polizia economico-finanziaria combinando il duplice piano della prevenzione e della repressione. Agire sul fronte della prevenzione vuol dire intercettare tempestivamente gli elementi sintomatici della commissione di illeciti economici e finanziari, neutralizzandoli o cercando di neutralizzarli prima che gli stessi assumano rilevanza penale o deflagrino in veri e propri fenomeni fraudolenti. A tale scopo il Corpo punta su due fatti:

  • l’incisiva quanto capillare azione di controllo economico del territorio. A questo si pensi che ogni anno vengono sviluppate decine di migliaia di interventi di polizia economico-finanziaria di diversa natura dalle più ampie alle più immediate con lo scopo di garantire un presidio di legalità e acquisire ogni utile elemento informativo sul campo.
  • la disponibilità di una tecnologia adeguata e accessibile. Sotto questo profilo negli ultimi anni abbiamo investito molto in dotazioni informatiche e sull’interoperabilità delle banche dati nella convinzione che conoscere il contesto in cui si opera sia un’esigenza irrinunciabile per una forza di polizia soprattutto alla luce della significativa eterogeneità socio economica del nostro Paese.

Come indicato da De Gennaro, dunque, l’attività di prevenzione – su stretta indicazione del ministro Giorgetti – sarà rafforzata. E in questo ambito rientra anche la minor tolleranza nei confronti dei contribuenti che non si mostrino disposti a interagire con l’amministrazione finanziaria. In base a questo modus operandi, tale atteggiamento equivale a un tentativo di celare l’evasione e i suoi proventi illeciti.

Intervenire in chiave repressiva comporta poi la necessità di un approccio operativo modellato su tre pilastri: la flessibilità, la verticalità e la trasversalità. Flessibilità significa rapido adeguamento dell’assetto organizzativo e operativo all’evoluzione del contesto. (…) Verticalità è l’attività di ricostruzione in profondità del più ampio sostrato criminale cioè l’intera filiera illecita nella quale si colloca l’oggetto specifico dell’investigazione. (…) Trasversalità, ossia la capacità di far emergere le interconnessioni tra i fenomeni criminali garantendone un’organica repressione nella consapevolezza che le manifestazioni di illegalità sono spesso multidimensionali

Il nucleo dell’attività di contrasto all’evasione si concentrerà, ovviamente, sui meccanismi più utilizzati come la creazione di fatture false per compensare i debiti d’imposta, ma anche al sommerso che determina evasione contributiva oltre a quella fiscale .

Particolare attenzione continuerà a essere riservata altresì alle indebite compensazioni e agli altri illeciti connessi alla circolazione dei crediti d’imposta fittizi che hanno costituito uno dei principali focus operativi dell’ultimo triennio. Mi preme ricordare come le frodi fiscali non impattino solo sulle casse erariali ma talvolta anche sul tessuto sociale del paese. Mi riferisco ai fenomeni dell’illecita somministrazione di manodopera attraverso l’utilizzo di società fantasma che fungono da serbatoi di manodopera con l’obiettivo di massimizzare i profitti degli interponenti grazie al mancato versamento di imposte e di contributi previdenziali. Per avere una misura del fenomeno delle frodi fiscali può essere utile rilevare che nel corso del 2023 i reparti della Guardia di Finanza hanno effettuato sequestri patrimoniali per reati tributari per oltre un miliardo e mezzo di euro, denunciando oltre 14.500 soggetti di cui 300 tratti in arresto.

Per quanto riguarda il lavoro nero, nel 2023 sono stati individuati oltre 6.000 evasori totali e segnalate più di 2.800 persone all’autorità giudiziaria per il reato di omessa dichiarazione. Altrettanta attenzione sarà rivolta alla digital economy. Le operazioni non si concentreranno solo sui marketplace (l’e-commerce anche se effettuato da operatori esteri fa sorgere in Italia l’assoggettamento all’Iva; ndr), ma anche sulle criptoattività. I controlli sulle multinazionali leader di settore hanno fruttato il versamento spontaneo di oltre 725 milioni di euro. La «marcatura aggressiva» della Finanza nei confronti dei giganti hi-tech che, invece, trasferiscono alle controllate di altri Paesi i proventi realizzati in Italia ha fruttato già 2 miliardi di euro sotto forma di accordi tra le multinazionali stesse e l’Agenzia delle Entrate. In quest’ambito rientrerà anche la nuova stretta sugli influencer decisa dal ministero dell’Economia e perpetrata dalle Entrate che hanno sanzionato per complessivi 1,2 miliardi di euro due gamers che trasmettevano sui social le loro partite, “dimenticandosi” tuttavia di pagare le imposte sui loro ricavi.

E, per concludere, il controllo sarà sempre più serrato non solo sulle cartiere che producono false fatture per scaricare indebitamente le imposte, ma anche le imprese “apri-chiudi”, cioè quelle che hanno breve durata e la cui esistenza serve appunti a evadere le tasse. Ove si ravvisassero comportamenti di questo tipo, sarà la Finanza stessa a bloccare gli F24 dei titolari per evitare compensazioni indebite. Insomma, la polizia finanziaria avrà un minimo potere giurisdizionale. Come ha detto pochi giorni fa il premier Giorgia Meloni, «se mi vuoi fregare per forza io ti devo venire ad acchiappare»,

Gian Maria De Francesco

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