Dopo sette anni la crisi mondiale si sta stemperando e le Borse stanno mettendo a segno un recupero che dovrebbe essere favorito anche dalla decisione appena presa dalla Federal Reserve di mantenere inalterato il piano di aiuti inalterato a quota 85 miliardi al mese. Affidare una parte del proprio patrimonio alle azioni, preferibilmente  potrebbe quindi essere una buona scelta, soprattutto se si ricorre ai fondi di investimento o agli Etf (i fondi passivi dai costi ridotti all’osso e scambiati in Borsa come le azioni) perché solo in questo modo ci si assicura il grado di diversificazione necessario per contenere i rischi sempre connessi all’andamento dei mercati. Proprio la ripresa, sta però aprendo altre possibilità per impiegare con soddisfazione una parte del proprio denaro, come quella di acquistare oggetti d’arte.

A dircelo è l’ultimo Art Market Report elaborato dagli analisti del Monte dei Paschi Siena, che registra un andamento positivo nel primo semestre, grazie alle aste record che si sono susseguite sia nel segmento «Post war» sia in quello «Old Master».  L’investimento in arte rimane però di norma, proprio per gli elevati capitali che richiede, confinato all’esclusivo mondo di consulenti del private banking, cui si rivolgono i paperoni di tutto il mondo.

Wall & Street ha così pensato di avvicinarsi a questo comparto, con un approccio che se non può essere «popolare» è comunque meno «elitario», nel tentativo di fornire qualche consiglio utile a quella media-borghesia che si avvicina alle gallerie d’arte, alle case d’aste e ai negozi di antiquariato. Fornire qualche indicazione per scegliere non solo oggetti che appaghino il gusto estetico di chi li acquista, ma abbiano anche le caratteristiche per essere con una buona dose di probabilità alienabili con discreta soddisfazione a medio-lungo termine. Oggetti magari oggi sottovalutati o finora trascurati. Per fare questo iniziamo qui a leggere come sia sta muovendo il mercato dell’arte secondo il Monte dei Paschi, che da anni calcola un indice specifico del settore, poi chiederemo interpelleremo alcuni esperti.

 

Quanto al mercato della pittura: i risultati consuntivi del primo semestre mostrano un lieve calo rispetto al precedente semestre e dopo la fase di assestamento degli ultimi 3 anni, come testimonia l’andamento dell’MPS Global Painting Index, in diminuzione del 18,4% sul 2012. Il mercato resta ancora lontano dal picco del 2008.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La ripresa sembra oggi ostacolata nei segmenti a maggior capitalizzazione. In particolare, gli indici Mps Art Pre War (-35,3% sul 2013) e Mps Art Post War (-4,6% sul 2013) hanno registrato un ribasso nonostante i record mondiali registrati nelle aste dell’ultimo semestre. Le opere di Picasso e Modigliani hanno infatti raggiunto la cima delle classifiche stilate da Sotheby’s e Christie’s raggiungendo in poco più di quindici anni un trend invidiabile con un incremento compreso tra il 400% e il 550%.

Per quanto riguarda i contemporanei, invece, si segnala Il clima di sfiducia degli ultimi anni viene interrotto dal record ottenuto da Christie’s a maggio nell’asta serale di arte contemporanea con un totale di quasi 500 milioni di dollari. Questa cifra è il risultato più alto mai raggiunto nella storia delle aste. Le opere di tale primato appartengono a Pollock, Lichtenstein, Basquiat, Rothko, Guston e ovviamente lui, Gerhard Richter, che è diventato l’artista vivente più quotato al mondo. Abstraktes Bild, un’opera acquistata anni fa dal famosissimo chitarrista Eric Clapton a una cifra “irrisoria”, è stata venduta all’asta a 22 milioni di sterline, un prezzo 10 volte superiore a quello di l’acquisto.

L’indice Mps Art Old Masters, che comprende anche  gli artisti del XIX secolo (impressionisti in primis) ha registrato un incremento del +31,9% rispetto al I semestre 2012, grazie alla performance dell’asta newyorkese di dipinti antichi organizzata da Sotheby’s a gennaio, che ha totalizzato 58 milioni di dollari. In evidenza, il quadro di Pompeo Batoni ?Susanna e i Vecchioni? Aggiudicato a $11.394.500 mln.

 

Per concludere ci sono due argomenti dei quali tenere conto. In primo luogo, bisogna ricordare che la pittura rappresenta il core business dell’investimento in arte come dimostra il fatturato disaggregato delle principali aste.

L’indice Mps Global Arti Minori Index nel primo semestre ha registrato un trend positivo del 4,2% sul primo semestre 2012. L’analisi della performance delle varie arti minori nel corso degli ultimi sette anni (2006-2013) mostra infatti rendimenti ampiamente positivi (+116,4% vs 2006). Tra le performance più importanti spicca quella delle antichità (+154,1% rispetto al 2006), seguita dai gioielli (+140%).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quest’ultimo grafico dimostra la forza dell’arte anche sui mercati finanziari. Nei tre anni terminati lo scorso Ferragosto l’indice Mps Art Market Value (costruito su un paniere di 10 società quotate operanti nel comparto artistico. ponderato per le capitalizzazioni medie giornaliere ed espresso in dollari) ha guadagnato più dell’S&P500 (+81% contro +50%), mentre il nostro Ftse Mib è stato in perdita.

Wall & Street

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