zebrafish“Le cellule tumorali si comportano come le cellule staminali di un embrione. Quello che le rende diverse ė l’ambiente in cui si sviluppano. Quando una staminale dà origine alla vita, nel microambiente embrionale, trova tutte le sostanze che ne controllano la crescita in modo fisiologico. Quando, invece, una cellula adulta diventa cancerosa e prolifera non trova negli organi in cui si sviluppa le proteine che ne regolano le differenziazioni. Per capire come funziona il cancro bisogna ragionare come le cellule”.

Abbiamo ascoltato il medico che ragiona come le cellule, Pier Mario Biava, (professore e ricercatore) al convegno “Epigenetica, Nutrigenetica, Nutrigenomica. Un nuovo paradigma per la medicina. Dall’informazione alla riprogrammazione e controllo dell’infiammazione” che si è svolto sabato a Milano.

“Si può condizionare il destino delle cellule tumorali, riportarle allo stadio di non malattia, senza manipolare i geni ma correggendo l’informazione che regola i geni – ha spiegato Biava – Fino a pochi anni fa si credeva che la mappa del Dna potesse descrivere per filo e per segno il destino di salute e malattia di ciascuno di noi. Poi, però, ci si è accorti che la doppia elica del Dna rappresenta solo la struttura fissa, è come l’hardware di un computer, e che vi è un altro codice che decide come i geni si devono comportare, il codice epigenetico (che regola l’espressione genica, accende o spegne i geni sotto l’influenza dei vari stimoli).

Biava è arrivato a queste convinzioni dopo vent’anni di studi sulle cellule staminali e ricerche sul pesciolino tropicale zebrafish (che ha caratteristiche genetiche simili al Dna umano). “Ci siamo accorti che durante l’organogenesi, quando gli organi sono in formazione, lo zebrafish non sviluppa tumori: colpito da sostanze cancerogene, l’embrione produce malformazioni – se compatibili con la vita – altrimenti uccide tutte le cellule e provoca aborto. Al contrario, quando l’organogenesi è completata e le cellule sono tutte differenziate, gli agenti tumorali scatenano il cancro. Cosa vuol dire questo? Che durante la formazione degli organi ‘un qualcosa’ impedisce alle cellule di degenerare. Questo ‘qualcosa’ è il codice epigenetico, quell’insieme di segnali dati dalle proteine che dirigono il cammino delle cellule, dalle prime indifferenziate ai miliardi che compongono l’essere umano. Detto in altre parole: all’origine della vita c’è un programma perfetto che contiene in sè tutti i meccanismi di autoriparazione”.

Cos’è il nuovo paradigma?

“È il prendere atto di questa complessità, per sconfiggere il cancro o altre malattie degenerative non ci si può più soffermare su una molecola sola. Se il tumore è un difetto di informazione allora posso correggere questo segnale, senza bisogno di terapie geniche e senza scomodare le cellule staminali”.

Come?

“Ad esempio somministrando le proteine che l’embrione del pesce produce nelle sue fasi di crescita che abbiamo distinto in cinque momenti, la crescita, l’inizio della differenziazione e altre tre fasi successive, ognuna con una propria funzione biologica”.

Che studi avete fatto?

“Abbiamo testato le proteine su linee cellulari di glioblastoma, tumore alla mammella, ovaio e melanoma, in tutti i casi abbiamo riscontrato percentuali significative di rallentamento della crescita, dal 40 all’80% (Qui potete consultare gli abstract). Nel 2002 abbiamo preso parte a un trial a Milano su 180 malati di tumore al fegato al quarto stadio, (erano in ripetute recidive dopo aver fatto i trattamenti di protocollo) somministrando i fattori neurotrofici (le sequenze di proteine ) per 40 mesi e riscontrato il 20% di regressione in fase avanzata e il 18% di non progressione. Qui il lavoro.

Fra i relatori del convegno anche Sergio Stagnaro, il medico ligure esperto di Semeiotica Biofisica Quantistica che ha parlato della predisposizione congenita alle malattie e spiegato come si riescano a individuare le tracce di sofferenza nel corpo tramite stetoscopio. Ma la predisposizione non è una condanna, si può correggere con uno stile di vita sano, ossigenando il corpo e integrando con la melatonina (“santa melatonina, la molecola studiata e rivalutata dall’ ultimo grande clinico italiano, il professor Luigi Di Bella“) . Cliccate qui per capire in che cosa consista l’auscultazione alla Stagnaro. E completate con il bel ritratto che ne ha fatto Stefano Lorenzetto. Qui.

Capitano certe giornate ricche. Nello spazio di un mattino abbiamo compreso che il codice della vita è stato decriptato e che le “cellule del cancro possono tornare sane” (chiediamoci perchè scoperte simili non siano urlate al megafono e non occupino intere pagine di giornali) e, sempre nella stessa giornata, abbiamo sentito dire “un grazie”, riconoscere un merito professionale e un maestro.

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