Se c’è ritardo – nel pagare un risarcimento – c’è anche danno morale. D’ora in poi funzionerà così per lo Stato e per gli altri enti pubblici. Lo ha stabilito una sentenza emessa dal Consiglio di Stato (la numero 7646/2019), lo scorso 8 novembre.

Così, il ministero della Salute è stato condannato a risarcire il danno morale a una famiglia che nel 2009 perse la figlia a seguito di un’encefalite provocata da una vaccinazione e che non ha mai visto un euro dell’indennizzo stabilito dal Tar nel 2007. Un ritardo di 12 anni da parte del Ministero che ora viene “quantificato”.

“Alle 450 mila euro, la cifra riconosciuta dal tribunale, si deve aggiungere un 20% (percentuale fissa su ogni indennizzo)  per il ‘danno esistenziale’ provocato dal ritardo, più le spese legali – calcola Marcello Stanca l’avvocato che ha seguito il caso che è anche presidente dell’associazione Amev, malati emostrasfusi e vaccinati – Prima di questa sentenza, gli enti pubblici, ritardatari nel riconoscere il dovuto, versavano solo gli interessi legali che equivalgono a zero euro”.

Certo non basterebbe l’oro del mondo a restituire serenità a una mamma e a un papà che, dopo una vaccinazione obbligatoria, hanno visto la loro bimba di sei anni precipitare nell’abisso. E che per tutto il tempo che la loro figliola è rimasta in vita non hanno avuto alcun sostegno pubblico. Neppure il dovuto.

Fu una commissione Asl, nel 2007 a stabilire il nesso di causalità fra quel vaccino e l’encefalite della piccola ma, da allora l’iter intrapreso è stato più simile a un percorso minato che a una richiesta di giustizia.

Racconta l’avvocato Stanca: “Dopo i primi cinque anni senza risarcimento, mi rivolsi al Tar e ottenni il blocco dei fondi del Ministero della Salute. A quel punto il Ministero si rivolse al Consiglio di Stato dicendo che per colpa nostra lo Stato non avrebbe potuto risarcire nessuno. Così i danneggiati riuniti sotto altre associazioni si convinsero che il mio lavoro li avrebbe penalizzati ulteriormente. Di fatto però il Ministero non aveva ancora redatto la graduatoria degli aventi diritto…”

E cosa successe poi?

“Dopo la morte della ragazza presentai al Tar una richiesta di risarcimento per danni morali, in quella causa si costituirono altri 70 danneggiati e 5 associazioni. L’8 luglio di quest’anno ci fu la discussione in aula. E cinque mesi dopo, l’8 novembre, è arrivata la sentenza destinata a cambiare la giurisprudenza”.

In che senso?

“Il Consiglio di Stato ha integrato la legge Madia del 2013 sulla pubblica amministrazione stabilendo una sanzione. E lo ha fatto appellandosi agli articoli 2 della Costituzione (sulla tutela dei diritti inviolabili) e 97 (sull’imparzialità ed efficienza della pubblica amministrazione). Fino ad oggi non esisteva il danno psicologico esistenziale dovuto al ritardo di un indennizzo, oggi c’è”.

Varrà anche per altri?

“Certo. Al momento vi sono 5mila domande pendenti di danneggiati da emotrasfusioni (qualcuno anche da vaccini). Se tutti e 5mila chiedessero i danni morali per il ritardo – avendone il diritto –  lo Stato non troverebbe i fondi. La Finanziaria 2007 (art.33) stanziò 700mila euro per i danneggiati ma non era contemplato il danno morale del ritardo”.

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