In Cina, si truffa sui dati dei biglietti
Strano, ma vero. In Cina, gonfiano i dati dei botteghini cinematografici. Ultima caso è quello di Ip Man 3, la saga di successo dedicata al grande maestro di Kung Fu e nella quale recita anche Mike Tyson. I numeri ufficiali parlano di più di 500 milioni di yuan incassati (circa 68 milioni di euro, nei primi quattro giorni nelle sale della Cina continentale). Una cifra considerevole che, però, ha destato qualche sospetto. Infatti, si è trattato di un trucco della Casa di distribuzione – Beijing Max Screen – per attirare pubblico in sala, facendolo passare per un film imperdibile. Quella di gonfiare i dati del box office pare sia una piaga non rara nella Cina Popolare, tanto da costringere le autorità a prendere provvedimenti «perché la frode sui biglietti – ha avvertito il direttore dell’Ufficio per la Cinematografia, Zhang Hongsen – è diventato un serio problema, che sta danneggiando il cinema cinese». Intanto, la pellicola, per punizione, sarà sospesa dalle sale per un mese, provocando non pochi danni alla casa di produzione. Il perché di questi comportamenti è spiegabile nel fatto che la Cina è diventata il secondo mercato mondiale dopo gli Stati Uniti cui si accinge a strappare il primato, avendo conseguito un record storico di incassi a 6,8 miliardi di dollari l’anno scorso con un aumento tendenziale del 48,7%. Con un simile giro di affari, è comprensibile, ma non giustificabile, il tentativo di incrementare le proprie entrate anche in maniera non limpida. Certo, potesse farlo qualcuno qui in Italia, visti certi deprimenti incassi……