L’America riflette sul suo ruolo nel mondo
E’ fuori di dubbio che questo Batman v Superman, in uscita oggi nelle sale italiane, sia un film complesso, ricco di spunti interessanti che vanno al di là della pura visione estetica, comunque impressionante. Prima di tutto, è una pellicola politica, che ben si colloca nell’anno delle presidenziali, tracciando, se si legge nelle pieghe, un quadro preciso della frattura attualmente esistente nel paese. Ma è, soprattutto, un film dove l’America si interroga su se stessa, sul suo ruolo nel mondo. Del resto, come sottolineava Michael Caine: «Se Superman rappresenta l’immagine che l’America vuole darsi, allora Batman è l’immagine che il resto del mondo si è fatto dell’America». Ed è così che Bruce Wayne giudica Superman con frasi che appaiono sentenze: «Un dio onnipotente non può essere solo bontà e se è solo bontà non è onnipotente». Oppure: «Quali valori difende? Agisce per il nostro bene e il suo». Ed anche: «Siamo tutti criminali. Il senso di impotenza rende crudeli gli uomini buoni». Ma ci sono anche giudizi impietosi per il popolo: «La coscienza americana è morta». Ed è un film molto religioso che analizza, nello scontro tra i due colossi, metaforicamente, il rapporto dell’uomo con Dio. Che è poi il motivo che spingerà i due eroi a combattere tra di loro. Superman incarna la figura messianica (e lo sarà, soprattutto, nella parte finale della pellicola), processato dall’opinione pubblica per i suoi interventi che, spesso, comportano la perdita di vite innocenti. Tanto che la senatrice Finch (Holly Hunter) incaricata dell’indagine si lascia andare ad una considerazione interessante: «Non dobbiamo chiederci ciò che dovrebbe fare Dio, ma che cosa può fare». Ma i due si scontrano anche per il modo diverso di intendere la giustizia, con Clark Kent che liquida così il rivale: «A Gotham, gli onesti vivono nel terrore e lui si sente al di sopra della legge. Giudice. Giuria. Boia. Giustizia?». Ed è, infine, anche un confronto di filosofie diverse, quella più patinata e solare della Marvel e questa, più cupa, profonda, meno «commerciale» della Dc Comics.
La storia è ricca di colpi di scena ed è un peccato svelarli per non togliere allo spettatore il gusto della sorpresa, tenendo presente che questo è l’avvio di un franchise che non si esaurirà con questo film. Comunque, come spiegato sopra, a scatenare lo scontro tra i due (che ci sarà, ma non pensiate ad un esito scontato) è il potere di Superman (Henry Cavill, essenziale come in passato), sempre più assimilabile a quello di una divinità. «E’ un alieno tra noi, che potrebbe bruciare il mondo», si convince Batman (convincente sopra ogni aspettativa la versione data da Ben Affleck) che lo affronta per fermarlo. Ma un pericolo maggiore aleggia sopra di loro ed è quello architettato da Lex Luthor (Jesse Eisenberg, forse troppo giovane per questa parte) che costringerà ad entrare in campo anche Wonder Woman (brava Gal Gadot). E poi, non mancano i personaggi di riferimento dei due mondi, a loro volta importanti nell’ambito della trama. Per l’uomo di Krypton (la kryptonite avrà un ruolo chiave) ritroviamo la giornalista ed amante Lois Lane (Amy Adams) e la mamma (Diane Lane) Martha (attenzione al nome, è un indizio), mentre Bruce avrà al suo fianco, come sempre, il fido Alfred (Jeremy Irons). Scontri, effetti speciali, 3D, audio meraviglioso, fotografia cupa. Il risultato è davvero eccellente, con una promessa per il prossimo episodio: «Se l’uomo non uccide Dio, lo farà il diavolo».