Affamati, bastardi dentro, rumorosi: ecco chi va al cinema
Andare al cinema è utile anche come palestra di vita. Entrando in sala, si apre al vostro sguardo un microcosmo popolato da “tribù” tra loro differenti, ma accomunate, però, dal fatto di testare la vostra capacità di sopportazione. Vediamole nel dettaglio:
Gli affamati: sono quelli che entrano, di solito, con il bicchiere più grande di popcorn, evidentemente reduci da un digiuno che neanche Pannella. Mangiano rumorosamente e bevono aspirando anche le ultime tre gocce di coca cola rimaste sul fondo, rendendo partecipe tutta la sala della loro impresa. Mangiano continuamente caramelle, ovviamente belle incartate, accompagnando la colonna sonora del film con i loro rumori di sottofondo. Sono senza fondo, se non quando appare la parola fine sullo schermo. Allora, si spengono, magari salutandoti con l’immancabile ruttino.
I precisini: “scusi, lei è seduto al mio posto”. “Sì, ha ragione, ma la sala è deserta. Ci siamo solo noi due”. “Sì ma metta che arrivi il proprietario del posto dove lei mi costringe a sedermi. Sarei obbligato a cederglielo”. “Per carità, si sieda e facciamola finita”. Oppure: “Scusi, ma lei è seduto al mio posto”. “Scusi, ma il suo biglietto per che spettacolo è?” “Quello delle 17.” “E allora, visto che stanno andando ancora i titoli di coda di quello delle 15.30, me li fa guardare in santa pace, senza stressarmi?”
I cellularidipendenti: sono quelli che guardano il film con il loro smartphone in mano, come se fosse la coperta di Linus. Continuano ad accenderlo in continuazione, fosse anche per guardare l’ora, mandando continuamente in sala segnali luminosi che neanche sulla pista di Linate a mezzanotte. Ogni tanto, quel maledetto telefono suona facendo sentire alla platea inascoltabili colonne sonore. Naturalmente rispondono in pieno film, simulando una sorta di voce bassa. “scusa sono al cinema” “A vedere che?'” “Boh”
I fidanzati: sono quelli che vanno al cinema per un unico motivo: limonare per tutto il film. E se, per caso, ti si siedono davanti, è finita, costringendoti ad improbabili contorsioni perché le loro teste continuano a muoversi, neanche fossero i pupazzetti sui cruscotti delle auto.
Il gruppo di amici: sono quelli che pensano di essere ad una convention privata. Occupano la loro fila ed iniziano a parlare dall’inizio alla fine, commentando ad alta voce ogni scena, compresi gli amarcord delle ferie degli anni passati, infischiandosene degli altri spettatori. E se provi timidamente a dire “shssss”, si girano all’unisono promettendoti, con lo sguardo, guai seri all’uscita.
I coniugi anziani: di solito, sono quelli che vanno al primo spettacolo. Lui è sordo e a lei tocca ripetere, ad alta voce, ogni battuta sullo schermo che neanche in montagna con l’eco. Sono convinti di essere nel salotto di casa loro e quindi parlano di ogni cosa, stupendosi se quello vicino a loro si irrita per il disturbo. “Che maleducati, questi giovani”.
La legge di Murphy della poltrona: scontato che, una volta seduti, vi capiterà davanti uno alto oppure, alle spalle, quello che non riesce a stare più di un minuto fermo, piantandovi, se vi va bene, il ginocchio nella schienale, oppure continuando a cambiare posizione alle gambe, con colpi continui alla vostra povera poltrona. Oppure, vi si siede di fianco quello che ha il raffreddore potente, accompagnando la vostra visione con ripetute soffiate di naso.
I ritardatari: sono quelli che arrivano sempre con dieci minuti di ritardo pretendendo di sedersi nel posto in mezzo, costringendo così mezza fila ad alzarsi al loro passaggio, con disagio anche di chi è seduto dietro, oppure chiedendo, neanche tanto gentilmente, di scalare, così ci stanno amici e parenti al seguito.
I bambini: tanto cari, però vale anche per loro la legge di Murphy di cui sopra. Scontato che molto presto ci avrete a che fare e allora dite addio alla pulizia dei vostri pantaloni (se sono seduti di fianco vi colpiranno ripetutamente alle gambe che neanche il grande Romeo Benetti degli anni d’oro) o salutate la possibilità di capire il film perché dopo ogni frase, il bimbetto chiede al papà “cosa ha detto?” “Amore, ha detto così e così, perché voleva significare questo e quello” “E ora cosa ha detto?” e via dicendo per novanta interminabili minuti nei quali, solo per istante, avete pensato che, forse, Erode aveva appena visto uno spettacolo con in platea dei bambini.
I veggenti: sono quelli che devono fare i fighi e cercare di impressionare ad alta voce l’amico di fianco suggerendogli l’esito della trama, naturalmente a voce alta per farsi sentire anche dagli altri. “Vedrai che adesso lui andrà da lei e le chiederà di sposarlo” “Ma lei è morta trenta minuti fa, quando sei andato in bagno” “Eh vedrai che risorge”. Vabbè
I bastardi dentro: sono quelli che quando tu sei fuori con il tuo biglietto, in attesa di entrare, escono dalla proiezione precedente esclamando volutamente ad alta voce “No, ma ti rendi conto che l’assassino era Max?”, togliendoti così ogni minimo interesse per il giallo che stavi per vedere. A questi, bisognerebbe impedire, per un tot di tempo, di entrare in sala, una sorta di Daspo cinefilo.
Sono solo alcune categorie di persone che frequentano le sale. E voi? Di che tribù fate parte?