Le pornoparodie di film e serie tv
Italians do it better, è risaputo, e non solo a letto, anche se il sesso, qui, è parte importante. Prendete, ad esempio, Alessandro Ferro, un romano che è andato in America, si è fatto artisticamente ribattezzare come Axel Braun ed è diventato il re delle pornoparodie, tanto da vincere numerosi Oscar del porno come miglior regista, rilanciando un’industria, quella dei film hard, messa in ginocchio per via di Internet. Praticamente, il bravo Ferro si è specializzato nelle parodie hard di film famosi e serie gettonate, dando così sfogo alle fantasie di milioni di spettatori che, negli anni, si sono immaginati, anche in camera da letto, i loro beniamini. E così, ecco che sono nate le rivisitazioni in chiave hard delle pellicole con protagonisti Dracula, Spider-Man, Iron Man, Wolverine, Captain America, Thor, Terminator, Batman e pure i Puffi, Scooby Doo e Pinocchio. Di film come I Mercenari, Hunger Games, Robin Hood, Ghostbusters, Avatar e Star Wars (dove anche Ciubecca è costretto a esibirsi e nel quale la principessa Leila si scatena con Luke e Ian Solo). E soprattutto di serie televisive che, non hanno risparmiato nessuno. Così, ecco che esiste la versione hard di Happy Days (This Ain’t Happy Days XXX), nella quale Joanie perde la verginità con Ralph e Potsie e dove Marion Cunningham finisce a letto con Fonzie, tanto per gradire. Ma potevano mancare gli Addams (anche Mano si dà da fare con le signore), Saved by the Bell, Beverly Hills 90210, Glee, Il Trono di Spade, Charlie’s Angels, Cheers?. Hanno girato anche le parodie porno de La Tata (con Francesca che corona il suo sogno erotico insieme al signor Maxwell), di Friends, di Walking Dead, giusto per citarne alcuni. Naturalmente, si sono sbizzarriti con i titoli tra i quali citiamo Missionary Position Impossible, Pulp Friction, Ass Ventura, Brest Side Story, The Porn Identity i cui riferimenti cinefili sono facilmente individuabili. Il successo di questi film è stato clamoroso, risollevando (e non solo quella) l’industria del porno. Che dietro tutto questo ci sia l’intuito geniale di un italiano, non stupisce più di tanto.