Toh, un corrotto non di destra. Il cinema si ravvede
Toh, un politico corrotto che non è forzatamente di centrodestra. Abituati, come siamo, a veder rappresentate, al cinema, le peggio sciagure, sempre affibbiate al solito schieramento elettorale, sorprende che il regista Giorgio Amato si sia limitato a descrivere il suo Ministro senza attribuirgli un partito. Rendendo, così, trasversale, per non dire universale, la sua denuncia del malaffare della nostra Politica. Richiamando, alla mente, quelle commedie che, a fine anni Sessanta, riscrissero il genere dotandosi di una apparente superficialità che, in realtà, venava la comicità di dramma, fotografia fedele dell’Italia.
Con la struttura dell’opera teatrale, va in scena questo affresco davvero riuscito nel quale un imprenditore (l’ottimo GianMarco Tognazzi), invita a casa sua un Ministro (il Fortunato Cerlino di Gomorra), disposto a qualsiasi cosa pur di ottenere un appalto che gli salverebbe la ditta. Così, con l’aiuto del cognato e socio Michele (Edoardo Pesce), i due preparano, all’onorevole, una seratina dove tutto dovrà filare liscio come l’olio pur di arrivare all’agognata firma. Dalle bottiglie di Sassicaia alla cocaina, dal coniglio «come piace a lui» all’escort pagata per compiacerlo, Franco (Tognazzi) ha pianificato ogni cosa per portare a casa il risultato. Peccato che i suoi piani si guastino quasi subito. La prostituta ha un incidente e toccherà al cognato rimediare al volo una sostituta che si palesa nella figura di una ballerina di burlesque cinese, molto colta, che per tutta la serata terrà in sospeso il padrone di casa, sulla sua volontà di andare fino in fondo per esaudire i desideri del Ministro. Oltretutto, la moglie di Franco, Rita (Alessia Barela), si mette subito di traverso al marito, dirottando la serata verso un destino dal finale inatteso.
Basso budget, ma cast ispirato, regista talentuoso e sceneggiatura che si trasforma quasi in thriller. Peccato solo per gli ultimi minuti che regalano un doppio colpo di scena che stona con tutto il tono del film. Fosse finito cinque minuti prima, sarebbe stato perfetto. Comunque, avercene di pellicole così.