Pericle sodomizzatore, alla conquista di Cannes
“Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa delle pizzerie…..Io mi chiamo Pericle Scalzone…Di mestiere faccio il culo alla gente”. E’ l’inizio di Pericle il Nero, il romanzo di Giuseppe Ferrandino dal quale è stato tratto l’omonimo film che rappresenterà, unico, l’Italia a Cannes, nella Selezione Ufficiale di Un Certain Regard. Con poche speranze di vittoria, vista la pochezza di una pellicola che finisce per poggiarsi unicamente sulle spalle e gli sguardi di un comunque convincente Riccardo Scamarcio. Un peccato perché il libro di Ferrandino offriva vari spunti per tirarne fuori un noir esistenzialista incalzante, con un personaggio affascinante che permetteva vari chiavi di lettura. Invece, già lo spostare la sua ambientazione dall’hinterland napoletano del romanzo alla periferia di Liegi del film, fa perdere parecchia linfa alla storia. Ci mette molto del suo il regista Stefano Mordini che non riesce a staccarsi dal compitino svolto senza offrire quelle particolari intuizioni capaci di darti un brivido, un’emozione, soprattutto nella confusa seconda parte dove si finisce per perdere il filo invece di avere le risposte chiarificatrici. La storia è quella di Pericle, detto il nero, che lavora per la camorra. Il suo compito è quello di fare letteralmente “il culo alla gente”, ovvero stordire le vittime con un sacchetto pieno di sabbia e sodomizzarle, con fredda determinazione, quasi estraniandosi dal proprio corpo per infliggere a quello degli altri una oltraggiosa e mortificante vendetta. Una vita di solitudine, asettica, cui solo le sostanza stupefacenti interrompono la sua glaciale ripetizione. Un giorno, però, una spedizione punitiva finisce male costringendolo alla fuga. Troverà rifugio e un briciolo di normalità nelle braccia di Anastasia, una fornaia conosciuta sul litorale francese, madre separata con due figli. Ma chi lo vuole morto continua a braccarlo. Per Pericle è arrivato il momento di chiudere con il passato, costi quel che costi, per guardare al futuro. Vedremo come Cannes accoglierà le vicissitudini di Pericle.