moneyCos’è? Una presa in giro? Un modo sarcastico di raccontare la crisi economica? O davvero, Money Monster, da oggi nelle sale, in concomitanza con Cannes, si è preso sul serio? Perchè, sulla carta, l’operazione, firmata in regia da Jodie Foster, e affidata alle interpretazioni di George Clooney e Julia Roberts (incredibile, non si fa inquadrare le gambe) prometteva faville, ma come commedia. Invece, bastano 15 minuti per capire che il film prende una piega sbagliata, inverosimile, irreversibile. Riassunto doveroso della trama: Clooney è Lee Gates, analista finanziario televisivo che fa una trasmissione dove, tra un balletto e l’altro, regala consigli agli investitori, sotto la supervisione della regista Patty (Roberts), in procinto di mollarlo per una tv rivale. Uno di questi azionisti spettatori, Kyle (Jack O’Connell), fidandosi, ha appena perso, in un solo giorno, i 60mila dollari investiti nelle azioni della Ibis Clear Capital e, per vendicarsi, sequestra in diretta il conduttore, facendogli indossare un giubbotto pieno di esplosivo. Il truffato vuole risposte, sapere come sia stata possibile una simile perdita, ma Lee non sa cosa dirgli se non attribuire la colpa a un fantomatico glitch (in quanti sapranno di cosa si tratta?). Anche perché l’AD della Ibis è irreperibile, lasciando in trincea solo la sua addetta stampa, in palese difficoltà. Lo scopo della pellicola è mostrare come la crisi o, meglio, certe porcate finanziarie, finiscano per influenzare realmente la vita delle persone, sconvolgendole. Peccato che,  dopo l’iniziale tensione, non si viva mai la sensazione di pericolo che, invece, il film dovrebbe trasmettere. Sarà che Clooney è ai minimi storici come interpretazione e risulta per nulla credibile nella parte del sequestrato, ma anche la trama (che a un certo punto inserisce anche una pomata per la disfunzione erettile), soprattutto nella seconda parte dove dovrebbe illuminare fornendo risposte, finisce per assomigliare a qualcosa di approssimativo, forzato, poco credibile e interessante. Commedia o dramma? Boh. Alla lunga, poi, il sequestro in diretta finisce per stancare (gira e rigira, non è che accada molto), interrotto, solo, da un paio di situazioni divertenti e impreviste (l’intervento della fidanzata dell’attentatore e l’uso applicato della pomata di cui sopra) con un finale telefonatissimo e prevedibile. Non parlerei neanche di occasione sprecata. Qui, mi sembra più una cattiva scelta del cast. Peccato

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