L’Iran impicca un dissidente. E nessuno provi a fiatare

Il regime teocratico iraniano ha giustiziato, anzi ha ucciso, anzi ha impiccato il giornalista dissidente Ruhollah Zam. E non ci sono reazioni, non ci sono proteste, non ci sono post su facebook. Nessuna indignazione particolare da parte dei sinceri democratici del mondo: dall’Onu all’ultimo degli influencer, sono tutti troppo impegnati a biasimare la volgare destra di Netanyahu, Trump, Johnson ecc. Anzi, l’Iran fa la voce grossa. Il ministero degli Esteri iraniano ha convocato oggi l’ambasciatore tedesco a Teheran, Hans-Udo Muzel, e quello della Francia, Philippe Thiebaud per le critiche dell’Unione europea (Ue) sull’esecuzione di Zam. Al massimo si è registrato […]

  

Paul Newman e la Brigata ebraica

“Signor Ben Canaan, anche se otterrete la spartizione e uno Stato libero ebraico, gli arabi non ve lo lasceranno: 500mila ebrei contro 50milioni di arabi? Non potete vincere”. “Beh, tenteremo”. Siamo a Cipro, nell’immediato secondo dopoguerra. Salita sul ponte di comando della “Olympia”, l’infermiera americana Kitty Fremont tenta di dissuadere dal suo proposito, apparentemente folle, un “ufficiale” dell’Haganah impegnato nella missione più importante: salvare 600 ebrei conducendoli da Famagosta all’unico posto in cui possono essere liberi: la Terra promessa. E’ uno dei dialoghi centrali fra i protagonisti di un kolossal che proprio in questi giorni compie idealmente 60 anni: Exodus. […]

  

Quella foto del 1932 e le luci che vincono le tenebre

Questa immagine è stata pubblicata lo scorso anno dal World Jewish Congress ed è diventata un simbolo. Si tratta della foto scattata a Kiel da Rachel, moglie del rabbino Akiva Posner. Siamo a Kiel, e una Chanukkiah appare sul davanzale della finestra, mentre sullo sfondo c’è una bandiera nazista. Era il 1932, un mese prima dell’ascesa di Adolf Hitler. In tedesco, Rachel scrisse sul retro: “Morte a Yehudà, dice la bandiera; Yehudà vivrà per sempre, rispondono le luci”. La vicenda, ricostruita dallo Yad Vashem, è riportata da Moked: il rabbino filosofo guidò la comunità di Kiel ancora per un anno, […]

  

Il manifesto pro-life (rimosso) è un caso. “Censurato chi difende la vita”

Il tema è delicatissimo e spesso rimosso dalla pubblica opinione. E molti sono gli approcci e le sfumature possibili quando si parla di vita e di interruzione di gravidanza. Molti, dal fronte pro-life, interpretano il loro impegno come una concreta azione a sostegno delle donne che (non) intendono ricorrere all’aborto. Altri, con stile e approccio del tutto diverso, preferiscono azioni che colpiscono, che suscitano discussione e polemiche. Un caso paradigmatico è quello del manifesto comparso nei giorni scorsi a Milano e poi rimosso. Un’immagine forte, che evocando la favola di Biancaneve equipara la pillola abortiva Ru486 a una mela avvelenata. […]

  

La morsa di Pechino: condannati i tre leader democratici di Hong Kong

“Non molleremo” ha urlato Joshua Wong prima di essere portato via, verso quel carcere cui lo hanno destinato il regime di Pechino e le locali autorità filo-cinesi. Il volto simbolo del movimento per la libertà di Hong Kong – lo riporta “Hong Kong Free Press“- è stato condannato a 13 mesi e mezzo di reclusione con l’accusa di aver organizzato e promosso nel giugno dello scorso anno un raduno non autorizzato. Ma la mannaia del tribunale si è abbattuta stamani su altri due leader del movimento per la democrazia. Insieme a Wong, sono stati condannati anche gli attivisti Agnes Chow e Ivan […]

  

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