La Costituzione dei morti viventi.
Sulla riforma costituzionale si sono espressi tutti; per interposta persona financo i morti. Eh sì, di questi tempi i cadaveri fanno tendenza. Prime e seconde fila della politica sono riuscite a decifrare prima Berlinguer, poi i partigiani, i padri costituenti, Terracini, la Iotti e chissà se si fermeranno.
Io però continuo a non fidarmi degli interpreti dilettanti. Urge seduta spiritica fatta da cultori del settore per sapere cosa ne pensano dall’altra parte dell’Acheronte. E allora chi meglio di Romano Prodi? Ovunque sia, richiamatelo perché è del ramo. Se ne intende di tavolini rotondi che ballano e carte che si spostano. Poi, come sempre, negherà tutto, ma nel frattempo dategli pieni poteri almeno per una volta.
C’è bisogno di mettere la parola fine a questo florilegio di richiami simil-esoterici. Urgono professionisti seri che mettano fine alle chiacchiere e nel guazzabuglio imperante l’unico che non improvvisi è il professore bolognese.
Già la Costituzione vigente è nata male. Fu lascito del conflitto mondiale e della guerra civile. Nacque da milioni di morti e da un incesto obbligato con i comunisti. Eppure, anche nei più piccoli intarsi e negli oscuri codicilli, sembra avere oggi una forza morale intrinseca. Pur con molte sbavature, i dettami catto-comunisti hanno retto i colpi per mezzo secolo.
Ora avrebbe bisogno di una rinnovata lucentezza ma questa Carta riformata appare come un rimedio peggiore del male. Ad ‘intestarsela’ vorrebbe essere una classe politica che, dalle prime schermaglie dialettiche, pare interessata ad una rivisitazione del Necronomicon nel momento in cui assume come testimonial persone trapassate a miglior vita da almeno un trentennio. Lo scenario infatti è chiaro: siamo di fronte ad una classe dirigente esanime che chiama in causa i defunti. Perciò, ad ottobre, nel caso vincano i ‘Sì’, assisteremo ad una sorta di parto post-mortem.
Potrebbe essere solo la giusta nemesi per una generazione che “non ha passato e non avrà futuro” e, pensando di rivolgersi allo spirito dei morti, sta inavvertitamente assaporando lo Spirito dei tempi. Oppure, più prosaicamente, potrebbe trattarsi solo di alcol allo stato puro e non di Spirito.