Elogio di Agnese Renzi, una donna italiana
Ebbene sì. Ne avevamo le tasche piene di quegli striduli stornelli della Carlà, orripilanti sia nella fattura che nella melodia. Così come eravamo sopraffatti da articoli e servizi televisivi grondanti svenevole retorica sull’orto di Michelle alla Casa Bianca. Ed abbiamo subito per anni i peana nei confronti della signora Hillary, ritenuta provetta statista, ma tutti incuranti del fatto che per meschina convenienza facesse finta di ignorare le assidue pratiche erotiche del marito.
Ne avevamo fin sopra i capelli di queste ‘self made women’ ( … si dice così?) straricche, pronte a dire la loro sulla politica estera, sugli animali maltrattati o sul sistema sanitario senza che nessuno glielo avesse chiesto.
Solo in quanto donne non potevamo scagliare alcun improperio nei loro confronti e non potevamo mandarle a quel paese con tutta la nostra forza per l’evidente rischio di sprofondare nel sempre affollato girone dei sessisti.
Eppure, una alternativa seria e credibile l’avevamo in casa. Ora che, almeno per il momento, la tumultuosa vicenda politica di Renzi sembra attenuarsi, possiamo sbilanciarci: Agnese, la sua consorte, è stata perfetta. Lo ha accompagnato quando il ‘cerimoniale’ e la cortesia istituzionale ne prevedevano la presenza; si è con discrezione eclissata in altre situazioni mostrandosi solo per i saluti di rito; ed in altre, è rimasta sullo sfondo senza mai apparire.
In nulla simile alle first lady d’oltre confine.
Discreta, mai un rigo sopra grazie a dichiarazioni improvvide, e dunque mai eccessiva. Insomma, non una Hillary o Michelle così tanto alla moda ma una moderna donna italiana nel suo senso più pieno. Madre, moglie e donna indipendente in quanto insegnante di materie umanistiche. Niente di più, niente di meno.
Ha sopportato con riserbo ed educazione denigrazioni sul suo aspetto fisico così sgradevoli e volgari che sono riuscite a coprire tutto quel frastuono mediatico scatenatosi quando, dopo lungo precariato, è stata collocata a tempo indeterminato in una scuola vicino casa. Ma questa è un’altra storia e ci sarà tempo per definirla nei particolari.
Da moglie del nostro ex Presidente del consiglio è invece stata all’altezza del compito, ancor più brava delle sue colleghe straniere, perché catapultata in un mondo non suo, eppur mostrando a tutti e a tutte, quanto una donna italiana che lavora, sia allo stesso tempo capace di essere madre e moglie, e di rappresentare con la giusta discrezione e garbo il ruolo ingombrante di first lady.
Lo ha fatto senza fronzoli, tirate moralistiche o comparsate televisive. È stata solo una donna; una donna italiana.