30Gen 17
Gomorra, la nuova sindrome di Stoccolma
Svariate centinaia di persone, in attesa per ore e traffico in tilt, per il casting della nuova serie di Gomorra.
Da casertano, mi chiedo: vivono (viviamo) tutti i giorni quel cancro eppure bramano per rappresentarlo da attori in video? Tutte queste persone in fila non sono ancora appagate dalla deprimente e triste realtà ma vogliono riprodurla in fotocopia per essere protagonisti anche nella finzione?
POSTI SCRIPTUM: Cari amici, anticipo le vostre critiche. Qualcuno di sicuro dirà: <<Ma, caro Iannone, allora seguendo il tuo ragionamento, non dovrebbe essere rappresentato alcunché. Non si dovrebbero girare film bellici, scene truculente, ammazzamenti o cose del genere>>.
Beh, c’è una differenza di non poco conto. Gomorra è cronaca; non è storia o romanzo. E sopratutto rappresenta ciò che è accaduto ieri ed accadrà pure domani, dopodomani e l’altro giorno pure dalle parti di Napoli e di Caserta. È vita quotidiana che si fa inferno. Non è un fatto o un aneddoto ma realtà in divenire. Non è solo passato, è anche futuro.
Quegli stessi ragazzi e ragazze che entusiasti corrono ai provini per scimmiottare il boss o il killer di turno vivono il Male sulla propria pelle, anzi lo subiscono tutti i giorni di tutte le sante settimane. E lo vivranno di nuovo quando, finito il provino, saliranno sul motorino per tornare a casa.
Eppure corrono ai casting per riproporne le trame. Evidentemente non sono ancora del tutto sazi di Male.