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Tutta la finta boria di questa Europa decadente è in quella foto finale dei leader degli Stati dell’Unione. Riuniti in Campidoglio per celebrare il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma si sono subito mostrati svenevoli e stanchi di fronte ai fotografi, falsamente fieri di un nulla che sanno di rappresentare. Volti contriti in abiti scuri che sanno di naftalina per festeggiare la morte dello Stato nazionale e la precarizzazione di un paio di generazioni. Ritratto opaco e triste di questo tempo, percepibile anche nella prossemica irrigidita di quasi tutti i partecipanti, esclusa Frau Merkel oramai pienamente a suo agio nel ruolo di piccola ducetta tra nani. Per il resto, marionette goffe, prodighe di strette di mano e di sorrisi d’ordinanza.

Indolenti forse perché festeggiavano quanto di più lontano dai cuori e dalle menti dei popoli europei: la vittoria del Capitale sui diritti sociali e dell’immigrazione sconclusionata quale esercito di risulta e mano d’opera a buon mercato sui cittadini autoctoni.

Questi figuri sono tristi e angoscianti già nei volti perché sanno inconsciamente di aver disconosciuto il passato ghettizzandolo agli ultimi sessanta anni. Sono privi di qualunque visone strategica ma, a ben vedere, il loro risultato lo stanno raggiungendo. Gli europei vorrebbero far riferimento ad una storia di tremila e passa anni, questi leader sono fermi a carte firmate qualche anno dopo la Seconda guerra mondiale ed essenzialmente fondate sul fatto che la pace sul suolo continentale abbia garantito il riconoscimento di un mercato economico comune. Si badi bene: non dunque la pace come finalità ma in quanto strumento per garantire come valore ultimativo quello del mercato unico.

In quella foto non c’è dunque l’Europa con la sua storia e la sua composita identità ma una accozzaglia di Paesi depressi dal Dio consumo, dall’utilitarismo quale grimaldello per ogni relazione personale e collettiva che tutto uniforma e che annichilisce differenze, dall’austerità di avidi burocrati messi temporaneamente a capo di questa o quella nazione.

Una foto senza leader carismatici, senza figure di rilievo. Alcuni semplici passacarte come il nostro Gentiloni, qualche Presidente uscente, qualche altro più a suo agio con le bottiglie di vino che con le preziose stilografiche, alcuni sconosciuti anche a quelli del Cerimoniale, una sindaca della città un tempo Caput Mundi messa sullo sfondo quasi desse fastidio e nulla più.

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