Dicesi ‘ingorgo istituzionale’ una situazione nella quale si prospetti una coincidenza tra il cosiddetto “semestre bianco” del Presidente della Repubblica (l’ultimissima parte del suo mandato) e i mesi finali di una legislatura.

C’è però anche un altro ingorgo che attiene alle istituzioni ma non è codificato dalla Costituzione o nei regolamenti parlamentari e attiene alla confusione, mirata o voluta, che le classi dirigenti politiche confezionano artatamente, in una determinata fase storica, per ottundere fatti e renderne la comprensione più nebulosa.

Questa è una di quelle fasi, dove le banche e la politica sembrano avvitarsi in un gioco rischioso ma che tale è (e sarà) solo per i cittadini. Un batti e ribatti continuo che sa più di ‘ammuina’ che di decisiva resa dei conti. E infatti sarebbe più corretto usare il concetto di ‘cortocircuito’, circostanza che presuppone, appunto, la rottura di un circuito; una netta cesura tra collegamenti che andrebbero poi ripristinati dall’esterno o addirittura sostituiti.

Nel caso in questione, trattasi invece di altro. Di un ingorgo come quello tra due mari o correnti marine che provoca quei fastidiosi ‘mulinelli’ da cui spesso veniamo attratti.

Ma cosa sta accadendo di così tanto ingarbugliato e di così tanto ‘normale’? Accade che vi sono banche che hanno truffato decine di migliaia di cittadini portando famiglie nella disperazione e nella miseria più cupa da cui mai più usciranno, politici di primissimo piano che sono direttamente (anche per via parentale) o indirettamente legati ad alcune di esse, un Governo che vara il decreto Salva-Banche, un ex Presidente del Consiglio che attacca il Governatore Visco, l’attuale Presidente della Repubblica che fa trapelare di essere infastidito da tali dichiarazioni, Consob e Banca d’Italia che non hanno vigilato seriamente e che pure fanno sapere di essere risentite per gli ‘attacchi concentrici’, una Commissione d’inchiesta parlamentare che viene costituita a pochissimi mesi dal voto e che quindi nasce già morta.

Il tutto a rappresentare una sarabanda enorme (un ingorgo, per l’appunto) e per arrivare ad un finale già scritto: i politici in questione verranno rieletti, i banchieri non andranno in galera, i manager degli Istituti che dovevano vigilare, forse passeranno la mano (ma forse no) per esercitare il loro ruolo da qualche altra parte, e gli unici che rimarranno con le pezze attaccate alle terga saranno i cittadini.

Finirà così, perché nessun ingorgo dura all’infinito e dai mulinelli marini solo pochi vengono risucchiati.

 

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