Se anche questa settimana L’Espresso mette in pagina diversi articoli sul rinascente fascismo in Italia e nazismo in Europa… e allora non può che essere confermata la tesi che dalla politologia siamo passati alla patologia.

Se anche questa settimana Repubblica, approfittando della manifestazione dei senegalesi a Firenze, si lancia in lunghi pistolotti morali sui partiti che soffiano sul fuoco del razzismo, della xenofobia e della intolleranza… vuol dire che sono totalmente sconnessi dalla realtà tanto da non avvertire nemmeno la durezza e la profondità della sberla elettorale.

E se pure questa settimana artisti, editorialisti, cantanti, intellettuali di vario tipo… insomma, quella variegata fauna che presiede militarmente i salotti televisivi, ancora una volta ha interpretato l’esito rivoluzionario delle recenti elezioni, solo come una sorta di recrudescenza di sopiti ardori barbarici che, a intervalli regolari, fanno capolino nel nostro Paese e che, perciò, vanno quasi compatiti e fatti evaporare… beh, anche in questo caso non hanno capito nulla e miscelano snobismo a cattiveria, supponenza a ottusità.

Ha ben sintetizzato questa condizione di sconsideratezza strategica della sinistra, uno come Antonio Monda, Direttore artistico della Festa del Cinema di Roma, che quei mondi li frequenta e che, alle domande della Lilly nazionale, ha risposto con poche, chiare parole, per l’appunto confessando ciò che nessuno dei componenti di quella fauna osa dire: la sinistra ha perso perché chiusa nei salotti, perché autoreferenziale, perché rappresenta la borghesia più agiata e le classi benestanti su cui la crisi economica non si è fatta sentire, perché si è occupata (e si occupa) di diritti civili e non di diritti sociali e del lavoro che, invece, erano l’antica ragione sociale, e perché geneticamente modificata in quel magmatico modello liberal tanto di moda tra i vip d’oltreoceano.

E perciò, passata la tempesta elettorale, non dovremmo meravigliarci se con ossessione continueranno a parlare di adozioni gay, di immigrati come risorse, e castronerie di vario tipo perché sono questi: un arcobaleno «che passa da Che Guevara/E arriva fino a madre Teresa/Passando da Malcom X/Attraverso Gandhi e San Patrignano».

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