La Raggi cancella Almirante
Almirante sì, Almirante no!
Non so quanto faccia bene alla sua memoria questo tragicomico dilemma intorno alla intitolazione di strade o piazze a suo nome che ci trasciniamo da qualche anno e che subisce sempre lo stesso finale. E, si badi, l’utilizzo del termine ‘tragicomico’ va inteso senza alcun intento dissacratorio nei suoi confronti ma di questa messa in scena con finale perennemente identico.
Ogni qual volta una personalità politica, un gruppo consiliare, un semplice amministratore tenta infatti di intitolargliene una, l’iter burocratico procede fino ad un certo punto, poi – come d’incanto – non solo scoppia un putiferio alimentato dal teatrino mediatico e dal codazzo di «democratici» in servizio permanente effettivo che ambisce al quarto d’ora di notorietà ma si finisce nella classica rissa che prelude al fatto che si debba recedere dall’intento.
A quel punto tutti sono contenti di aver adempiuto al dovere di cittadini democratici, antifascisti, di aver prodotto contrite interviste e dichiarazioni pubbliche, a difesa dei valori della resistenza, della Costituzione, bla bla bla… e il sipario può chiudersi.
Questa volta ad aver fatto marcia indietro è stato il sindaco di Roma. Con ritardo e sbigottimento, caratteristiche che marcano sin dall’inizio la sua esperienza amministrativa, ha scoperto – in tarda serata, negli studi di Porta a Porta e per bocca di Bruno Vespa – che l’assemblea capitolina aveva approvato una mozione per l’intitolazione di una strada ad Almirante. A sua insaputa.
Ed ecco che si è subito attivata per cambiare direzione di marcia all’azione del governo cittadino. Legittimo da parte sua, trattandosi di questioni che attengono al consiglio comunale. Tuttavia, pare che questo fuso orario sballato di qualche ora sia una costante della sua azione di governo. Un po’ come le era capitato con la vicenda degli assessori usa e getta delle cui incongruità era venuta a conoscenza qualche tempo dopo le nomine; e come le sta capitando con l’inchiesta sullo Stadio della Roma in cui non è coinvolta dal punto di vista giudiziario ma, anche in questo caso, intorno a lei, pare ronzassero amministratori, imprenditori e politici che si davano al meretricio più consuetudinario e infestavano una fogna incredibile di corruzione e malaffare.
Ad Alice nel paese delle meraviglie, con quel languido sorrisino stampato sul volto e mai in tempo reale sui fatti, siamo però disposti a credere. Non foss’altro perché spiazzati, non sappiamo mai cosa dirle e dove trovarla vista la non coincidenza dei fusi orari.
Allora un consiglio ci sentiremmo di darlo a coloro che, in buona fede, in giro per l’Italia, tentano di promuovere la intitolazione di strade per l’ex segretario del Msi: desistete!
Il teatrino è mortificante per tutti, soprattutto per la sua memoria.