A Caserta, Borsellino spacca la città
Caserta è l’unica città che trasforma i paradossi in realtà, l’impensabile e indicibile in pratica quotidiana, e lo ammanta anche di buone intenzioni. Non si sa ancora quale miscuglio magico venga utilizzato, forse una pratica decennale al funambolismo politico e alla estinzione della dialettica pubblica, ma in un modo o nell’altro vi riesce.
La storia è questa…
Due associazioni molto attive sul territorio, Azione e Partecipazione di Enrico Trapassi e Ultimi di Don Aniello Manganiello, un prete combattivo che da sempre combatte una personale battaglia per la legalità e contro le mafie, organizzano un flash mob per Giovedì 19 Luglio in memoria di Paolo Borsellino e la sua scorta. Insieme a Falcone, le uniche personalità che ci consentono ancora oggi di definirci un Paese degno di questo nome.
Gli unici due nomi (quelli di Falcone e Borsellino) capaci di rendere soffusi e insignificanti, scontri di ogni tipo, e smorzare gli acumi dialettici tra giustizialisti e garantisti, destra e sinistra, sud e nord.
E invece cosa accade? Beh, accade proprio l’impensabile e l’indicibile. I responsabili delle due organizzazioni hanno dovuto organizzare una conferenza stampa per specificare di aver chiesto al Comune lo spazio nella piazza adiacente la Prefettura, luogo in cui solitamente manifestanti di vario tipo, da disoccupati a immigrati e sigle sindacali, fanno le loro rimostranze al potere politico locale e nazionale o contestano scelte industriali e di politica economica territoriale, e di esserselo visto negare.
Una conferenza stampa col timore che la manifestazione potesse saltare all’ultimo minuto e senza alcun plausibile motivo, grazie ad un incomprensibile rimpallo di cambi di destinazioni, di carte, di timbri e di burocrazia, tanto da far sbottare pure il prete: «mi dispiace – ha detto Don Aniello Manganiello – aver appreso delle problematiche riguardo una richiesta che credo faccia parte dei diritti di ogni cittadino. Gli amministratori di un comune devono capire che sono stati eletti per stare al servizio della città e non il contrario».
La manifestazione è stata fatta ma con tutto lo strascico di polemiche visto che, come subito ha precisato Trapassi, «il ricordo delle vittime della strage di via D’Amelio purtroppo non sembra essere patrimonio di tutti. La stessa piazza è stata utilizzata a maggio dal sindaco Carlo Marino per il flash mob del Pd» mentre non è stata concessa per Borsellino.
A questo punto gli interrogativi sono legittimi. Queste associazioni con la loro azione costante e ossessiva in favore della legalità stanno smuovendo le acque? Don Aniello Manganiello, dopo aver attaccato pubblicamente Roberto Saviano, è diventato un bersaglio per la sinistra e quindi è poco gradito nelle terre di Gomorra? Difficile dirlo, di sicuro in queste terre nemmeno il ricordo di un martire può servire a placare gli animi.