Terza via. Un modello sociale praticabile?
INVITO ALLA LETTURA
Segnalo ai lettori questo volume di Francesco Carlesi dal titolo La terza via italiana. Storia di un modello sociale, uscito per Castelvecchi editore (p.175, euro 23), che ripercorre in maniera analitica tutte le tesi a sostegno di un modello che ha avuto, ed ancora avrebbe, la pretesa di porsi in una posizione intermedia, o meglio ”altra”, rispetto al capitalismo e al socialismo. Una proposta per molti azzardata, per altri ”sperata”, tuttavia sempre molto dibattuta.
Di seguito, riporto la quarta di copertina e alcuni cenni biobibliografici dell’autore.
* * *
«Tra le due guerre, la teoria corporativa – che ambiva a realizzare la collaborazione di classe in nome della potenza nazionale – e il deciso intervento dello Stato nella vita economica – attraverso istituti come l’Iri e l’Agip – furono le diverse facce dell’«insubordinazione fondante» italiana nei confronti del liberalismo e degli imperi egemoni. Il corporativismo, con tutti i suoi limiti ancora al centro del dibattito storiografico, fu il peculiare messaggio tricolore nel momento del maggior ripensamento internazionale dei modelli economici classici. Il disastro del secondo conflitto mondiale non interruppe completamente il cammino di una «terza via italiana», presente sottotraccia in esperienze significative quali l’Eni di Mattei e l’Olivetti. Negli ultimi anni, la globalizzazione e la finanziarizzazione dell’economia hanno messo in crisi la proiezione internazionale e la tenuta sociale del Paese, invitandoci a rileggere le storie di uomini come Bottai, Beneduce, Fanfani e Craxi, capaci di accompagnare l’Italia verso lo sviluppo, tra le luci e le ombre della Storia».