Circolano talvolta parole d’ordine e concetti che, ripetuti ossessivamente, tendono a montare come una valanga e a sopravanzare ogni altra opinione fino a diventare verità inconfutabili.
Ora, l’andazzo comune tra commentatori e analisti è quello di ripetere a menadito che «gli Esteri, l’Economia, gli Interni e la Difesa dovrebbero essere occupati da personalità di alto profilo, equilibrate, riconosciute anche all’estero e in grado di… bla bla bla». Vero ma, in linea di massima, anche abbastanza scontato!
Mi sembra tuttavia che per la foga di accreditarsi sul fronte estero si stia elaborando un accanimento giudizioso verso solo una parte della squadra di Governo che, invece, dovrebbe essere anatomizzata e ponderata anche su un altro quadrante, erroneamente ritenuto minore: penso alla cultura e alla scuola, soprattutto dopo le impalpabili (e in taluni casi fallimentari) esperienze degli ultimi decenni.
L’occasione è propizia per rivedere finalmente i testi scolastici (dagli asili nido all’università) ed epurarli da ogni sentore di ideologia, da certi radicalismi sui diritti civili e da bestiali falsità di ordine storiografico; per rimettere al centro il merito sia sul fronte dei docenti che su quello degli studenti; per organizzare procedure concorsuali degne di questo nome e, di conseguenza, per mettere mano a quelle fogne a cielo aperto che sono le baronìe universitarie; per ribaltare l’idea di una scuola funzionale unicamente alle professioni, e perciò portata a moltiplicare gli indirizzi di studio abilitanti al lavoro a scapito dei percorsi umanistici; per sburocratizzare un sistema pachidermico e impostare i primi tratti di una “scuola libera”.
I nomi che circolano in queste ore non fanno ben sperare. Melassa indigesta in qualche caso; in altri, si tratterebbe di scelte dettate da puro bilanciamento di forze tra partiti .
SERVE CORAGGIO! E SERVE ORA!