Ezra Pound, nei Cantos, ha esplorato la sublime bellezza dello stile intrecciandola con straordinaria forza evocativa alle antinomie fondamentali del nostro tempo. Intorno ai cinquant’anni, tuttavia, si dedica a qualcosa di inedito: un’opera saggistica, che in una lettera al suo ex-professore di letteratura, J.D. Ibbotson, descrive come «una storia universale di tutta la Kulchur umana, o qualcosa del genere». Un caleidoscopio di temi e argomenti che spazia dai Vangeli al romanzo ottocentesco, dai sussidiari scolastici al cibo, dal pacifismo alla musica («Nessuno, nel 1938, sa niente di Vivaldi. Pochi – meno di […]