I tumori al seno più aggressivi manifestano un oncogene, il recettore Her2 e vengono curati con il farmaco trastuzumab (anticorpo monoclonale, ossia molecola capaci di attaccarsi alle cellule maligne e distruggerle)

Uno studio recente pubblicato su Clinical Cancer Research e messo a punto dai ricercatori dell’istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma ha dato validità scientifica a un sospetto già conosciuto e cioè che – durante le terapie – occorre tenere sotto controllo la presenza del fattore Her2, erroneamente considerato IMMUTABILE.

Gli studiosi dell’istituto romano hanno dimostrato che il recettore Her2 può cambiare – da negativo a positivo (e viceversa) e dal tumore primitivo alle metastasi – al punto che una percentuale di donne alle quali non era stata consigliata la terapia con l’anticorpo monoclonale, in una fase avanzata della malattia, possono trarre beneficio da questo anti-tumorale.

Ha precisato Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena: “E’ un risultato che ha un’importanza rilevante nelle ricadute della malattia, in particolare, esaminando 137 pazienti è emerso che l’espressione di Her2 si modifica nel 12% delle metastasi. Perciò davanti a una recidiva è indispensabile rideterminare lo status di Her2 (ossia ripetere l’esame per testarne positività o negativà).

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