Dopo l’allarme cellulari arriva l’allarme e-waste, ossia l’insieme dei rifiuti elettronici gettati nella spazzatura: computer, telefonini, batterie et similia. In altre parole: si SOSPETTA che il cellulare – quando funziona – non faccia bene al cervello. E SI È CERTI che lo stesso cellulare quando non funziona più e viene buttato, esattamente come altri oggetti simili  (i grandi elettrodomestici, gli apparecchi informatici, i distributori automatici, i giocattoli elettronici, i dispositivi medici) provochi il cancro (ovviamente non uno per volta ma tonnellate di scarti tecnologici messi assieme).

Facciamo ordine perché con troppi allarmi che suonano si rischia l’effetto opposto: di  trovare riposante la sordità (il che, in fatto di salute, non va bene). Insomma, proviamo a lastricare la nostra strada – l’aurea via di mezzo – lingotto dopo lingotto, tenendo presente che le informazioni sono sì preziose ma il  buon senso è l’ingrediente principale.

Ieri le agenzie hanno riportato l’allarme lanciato dall’Oms, organizzazione mondiale della sanità: l’uso di telefonini e di altri  apparati di comunicazione wireless “potrebbero causare il cancro”. I campi elettromagnetici delle radio frequenze possono “aumentare il rischio di glioma, un tipo di tumore al cervello”. Lo studio è stato condotto dall’International Agency for Research on Cancer (Iarc). Ma gli esperti hanno chiarito che le evidenze di un legame possibile sono limitate per il glioma e il neurinoma acustico (tumore del nervo uditivo) mentre per altri tipi di tumore non ci sono dati sufficienti.

Quel che conta è che gli studiosi abbiano classificato l’effetto negativo di telefonini, forni a micro-onde, radar e radioline nella categoria 2B, dei “potenzialmente cancerogeni”, la stessa degli insaccati, dell’olio da cucina scaldato a temperature eccessive, di certi pesticidi e di certi coloranti. Come dire: non basta mangiare un salame per avere maggiori possibilità di sviluppare un cancro all’intestino ma occorre farne per anni la base della propria dieta.

Il direttore di Oncologia dell’istituto di Aviano, Umberto Tirelli ha invitato “a proteggere i bambini e i ragazzi: più esposti perché in crescita e a usare gli auricolari sempre e non solo in macchina”.

La federazione pediatri ha  diramato queste regole: 1- non usare coperte elettriche o altri dispositivi elettrici dove si dorme. 2- non dormite vicino all’interruttore centrale e al salvavita. 3- non passate troppo tempo vicino ad apparecchiature elettroniche accese. 4-  non lasciate che i bambini guardino la cottura del cibo all’interno del forno a microonde. 5- tenete il router wi-fi il più lontano possibile dai vostri familiari, mettetelo in un armadio. 6-tornate al telefono fisso e liberatevi del cordless in casa. 7-non date il cellulare ai bambini. 8-usate auricolare a filo e non un dispositivo bluetooth.

Quanto all’e-waste, ossia alla massa di rifiuti elettrici ed elettronici c’è uno studio pubblicato dalla rivista Environmental Research Letters: sono stati testati gli effetti dei residui sul tessuto polmonare. Il lavoro ha messo in luce diverse alterazioni potenzialmente pericolose poichè collegate a tumori e problemi cardiologici.

L’analisi è stata svolta dalla Zhejiang University in Cina, esponendo cellule coltivate in laboratorio ai residui organici volatili e ai metalli pesanti che si trovano comunemente nell’e-waste, monitorando i livelli di interleuchina (ormone legato alle infiammazioni) e dell’espressione del gene p53, che è alta in presenza di danni alle cellule. Questi indicatori hanno parlato chiaro: c’è stato danno genetico.

Gli inquinanti da testare sono stati ottenuti prelevando campioni dall’impianto di Taizhou, dove ogni anno vengono smantellate due milioni di tonnellate di rifiuti elettronici per recuperare i metalli all’interno.

 In tutto il mondo sono circa 20 milioni le tonnellate di e-waste che vengono prodotte, la maggior parte delle quali raggiunge proprio la Cina. Secondo gli autori dello studio “i metodi primitivi con cui vengono attualmente smaltiti questi rifiuti  sono fortemente dannosi per la salute”.

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