Il 15 ottobre (del mio cuore)
Il 15 ottobre per me è una data speciale. Undici anni fa sono diventata mamma per la prima volta e quattro anni fa, esattamente il 15 di ottobre, sono stata operata di cancro.
Per questo le iniziative che si svolgono il 15 di ottobre non mi trovano indifferente. Ne ho scelte due, all’apparenza molto diverse, entrambe mi stanno a cuore perchè divulgano un messaggio importante (che va ben oltre la giornata del 15 ottobre).
La prima: il movimento Europa Donna ha promosso il Breast Healt Day, giornata per la salute del seno. L’associazione, fondata da Rosanna D’Antona, nasce per rappresentare i diritti delle donne nella prevenzione e nella cura del tumore alla mammella di fronte alle istituzioni pubbliche. Per l’occasione il movimento ha organizzato una serata al teatro Parenti di Milano. L’attrice, Marina Senesi, sola sulla scena, ha interpretato una donna alle prese con il cancro, il rapporto con i parenti ansiosi, le nausee, l’ospedale, l’amica che per lavoro convince tutti ma non riesce a convincere lei. Io non c’ero quella sera, però ho letto il testo del monologo e mi ci sono ritrovata per più di un aspetto in quella storia…
Poi si è svolto il dibattito “Le parole per dirlo, le buone pratiche per sconfiggerlo”, presenti, fra gli altri, l’attrice Licia Maglietta, Umberto Veronesi e la giornalista di Repubblica Cinzia Sasso (moglie del neosindaco di Milano, Giuliano Pisapia), colpita anche lei dal tumore al seno. “Ho avuto la fortuna di ricevere una diagnosi precoce che mi ha permesso di curarmi subito” ha detto Cinzia Sasso ricordando anche che in quei momenti non aveva paura per sé: “Avevo paura degli altri. Del loro giudizio, della loro sfiducia, quella è malata, non ce la fa… ho voluto raccontarvi questo perché tutti possiamo fare qualcosa, malati e sani, ad esempio alleggerire quel peso”.
Sempre il 15 di ottobre c’è stata, a Torino, una grande protesta degli apicoltori del Nord Italia contro l’uso dei neonicotinoidi (potentissimi pesticidi neurotossici) in agricoltura (in tutto il mondo ormai i neonicotinoidi rappresentano il 75% dei pesticidi). Il micidiale veleno è impiegato anche nelle colture a lotta integrata (ossia quelle in parte biologiche e in parte no) e oltre a contaminare piante e ortaggi sta facendo piazza pulita di tutti gli alveari. “Le api perdono il senso dell’orientamento, prima si comportano come malati di Alzheimer e poi muoiono, inesorabilmente – ha spiegato Marisa Valente l’apicoltrice che ha fondato il presidio anti-veleni e ha fatto per due mesi lo sciopero della fame con il marito Renato (lui l’ha appena interrotto per motivi di salute)”. Gli apicoltori chiedono che il ministero alle Politiche agricole proibisca l’uso dei neonicotinoidi in tutte le coltivazione (per ora sono vietati solo nella concia del mais). Per capire: un grammo di neonicotinoidi ha lo stesso effetto di 7 chili di ddt.
Le api sono essenziali all’ecosistema, non solo perché producono miele, melata, pappa reale, propoli o favoriscono l’impollinazione di centinaia di piante, non è questo il punto… il loro sterminio è un segnale evidente che la natura inquinata soffre e si spegne. Gli insetti che muoiono sono un campanello d’allarme, sono le parole del medico che tutti vorremmo, quello che si accorge di qualcosa che “va tenuto d’occhio” e ci mette in guardia.
Così si comportò Giulia Crespi, 88 anni presidente del Fai, quando negli anni ‘70 si ammalò di tumore al seno. Rivoluzionò le terre agricole di famiglia dove “in primavera il canto delle cicale cessava per colpa dei pesticidi”, bonificò le colture, eliminò definitivamente gli inquinanti chimici, da allora la sua terra, in provincia di Bereguardo, produce cereali e ortaggi biodinamici.
E allora su le antenne…! Con il loro languire le api ci stanno mostrando il futuro della nostra specie e del pianeta.